ROMA – Il risultato più alto mai ottenuto da un presidente eletto nella storia della Russia. Vladimir Putin si aggiudica quello che di fatto è un plebiscito sfiorando il 90% dei consensi: “Saremo più forti, nessuno ci intimidirà”. E punta verso il 2030. È il leader più longevo del paese da più di 200 anni.
Circondato dall’esultanza dei suoi supporter, durante il discorso post elettorale, il presidente russo ha lanciato messaggi di unione: “Nessuno sopprimerà mai la Russia quando saremo consolidati, siamo una famiglia unita”.
La partecipazione, l’opposizione e le parole su Navalny
Gli elettori hanno partecipato in massa alle presidenziali, anche nei territori ucraini annessi. Il “mezzogiorno contro Putin” ha attecchito, soprattutto nei seggi all’estero, dove in molti hanno seguito l’iniziativa del dissidente Navalny, poi trasmessa alla moglie Yulia Navalnaya, di presentarsi in massa alle 12 per agire in una protesta silenziosa e riconoscersi nell’opposizione.
E proprio il nome di Navalny è stato pronunciato per la prima volta dal leader russo durante il suo discorso per la vittoria al Cremlino. Dopo aver respinto le accuse di essere il responsabile della sua morte, ha sostenuto che qualche giorno prima del decesso, aveva dato il via libera allo scambio del dissidente con alcuni prigionieri russi in Occidente. “Che mi crediate o no, io ho detto: sono d’accordo. Ma sfortunatamente è successo quel che è successo”. Putin, che ha parlato di “evento triste”, ha spiegato che avrebbe accettato a una condizione: “che non torni più”. In merito è intervenuto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax, che ha specificato si trattasse solo di “un’idea che gli era stata suggerita”. Nessun negoziato dunque era stato attuato.
Occidente: “Voto né libero né equo”
Bruxelles, Washington, Londra. La condanna da parte dell’Occidente è stata ferma e fin da subito si sono sollevate voci critiche in merito ai risultati delle elezioni russe. In primis, da parte della Casa Bianca, che ha definito le elezioni “né libere né giuste”, dato che “Putin ha imprigionato gli oppositori politici prevenendo così che corressero contro di lui”.
Nella riunione del Consiglio Affari Esteri di lunedì 18 marzo, alla quale parteciperà il segretario di Stato Usa Antony Blinken, si parlerà innanzitutto di Russia e si comincerà con una dichiarazione comune proprio sul voto che ha incoronato per la quinta volta Putin.
Die Pseudowahlen in #Russland sind weder frei noch fair, das Ergebnis überrascht niemanden. Putin herrscht autoritär, er setzt auf Zensur, Repression und Gewalt. Die „Wahlen“ in den besetzten Gebieten der #Ukraine sind null und nichtig & ein weiterer Bruch des Völkerrechts.
— Auswärtiges Amt (@AuswaertigesAmt) March 17, 2024
In Europa tra i primi a condannare il voto sono stati innanzitutto i Paesi dell’Est. Le elezioni si sono svolte “in un contesto di repressione” e di “violazione del diritto internazionale”, ha protestato Varsavia. “Non c’è alcuna legittimità democratica” nelle elezioni secondo il ministro degli Esteri della Lettonia, Krisjanis Karins. “Non solo elezioni vere e proprie”, ha tuonato Vilnius. “Queste pseudo-elezioni non sono né libere né corrette, nei territori occupati sono invece nulle”, ha twittato su X il ministero degli Esteri tedesco a urne ancora aperte. “Non ci sarà nessuna lettera a Putin” da parte del Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. Anche la Francia ha condannato le elezioni in Russia, “né libere né democratiche”, omaggiando invece ai cittadini che “hanno manifestato pacificamente la loro opposizione a questa violazione dei loro diritti politici fondamentali”.
In tutta risposta, il Cremlino ha giudicato “assurdi” i giudizi dei Paesi occidentali che hanno definito “illegittime” le presidenziali in Russia.
Le reazioni internazionali di assenso
Cina, Corea del Nord, Iraq, Cuba, Tagikistan. Le congratulazioni da parte dei leader di questi paesi non si sono fatte attendere. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato che la rielezione alla presidenza “riflette pienamente il sostegno del popolo russo”, aggiungendo che sotto la guida dell’omologo, la Russia “raggiungerà maggiori risultati nello sviluppo e nella costruzione nazionale”. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha sottolineato che “sotto la guida strategica del presidente Xi Jinping e del presidente Putin, le relazioni Cina-Russia continueranno ad andare avanti”, ricordando che quest’anno ricorre il 75mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche bilaterali. Anche il leader nordcoreano Kim Jong-un si è congratulato con Vladimir Putin per la vittoria e ha fatto sapere che farà consegnare un telegramma di congratulazioni al Ministero degli Esteri russo.
Le congratulazioni sono arrivate anche dal Medio Oriente. Anche il presidente iraniano Ebrahim Raissi si è congratulato “sinceramente” con Putin per la sua solida vittoria. Ma non solo. Anche Cuba e il Tagikistan hanno rivolto i loro auguri al presidente russo.