MOSCA – Spetta ai cittadini russi “decidere sul futuro del Paese, partecipando alle prossime elezioni”. Alla vigilia delle presidenziali russe, Vladimir Putin si è rivolto al popolo affinché si rechi alle urne tra il 15 e il 17 marzo. Un’indiretta conferma dei timori di una scarsa partecipazione, che per il leader russo è il peggiore degli scenari, data la mancanza di vere alternative alla sua candidatura e quindi l’esito scontato in termini di vittoria.
Intervenuto in tarda serata alla tv, il capo del Cremlino ha definito la partecipazione alle elezioni “un atto di patriottismo” e ha invitato i connazionali a “venire alle urne ed esprimere la propria posizione civica e patriottica, votare per il candidato prescelto, per il futuro di successo della nostra amata Russia”.
Medvedev: «Kiev riconosca la sconfitta e si arrenda senza condizioni»
Parole a cui fanno eco quelle del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev che, su Telegram, ha esortato l’Ucraina a “riconoscere la sconfitta” e arrendersi in maniera “completa e incondizionata”. Inoltre, secondo Medvedev, in futuro Kiev non dovrebbe aderire a nessuna alleanza di tipo militare «senza il consenso della Russia». I punti elencati dal politico sono una risposta alla formula di pace del presidente Volodymyr Zelensky per la quale Medvedev dice di provare un «irresistibile senso di disgusto».
L’Ue trova l’intesa sugli aiuti a Kiev
Intanto una fumata bianca si alza dal comitato dei rappresentanti permanenti dell’Unione europea sull’approvazione della Ukraine Assistance Facility (Uaf) per fornire aiuti militari urgenti a Kiev. La misura, che vale 5 miliardi di euro per il 2024, è frutto di un compromesso e prevede la possibilità di acquistare armi sul mercato internazionale qualora l’industria non sia in grado di evadere rapidamente gli ordini. L’Uaf rientra all’interno del Fondo Europeo per la Pace. Anche il segretario della Nato Jens Stoltenerg è inervenuto sull’argomento: “L’Ucraina ha bisogno di più sostegno e ne ha bisogno subito.
Mosca: “arrestati a San Pietroburgo 4 partigiani filo-ucraini”
Intanto a San Pietroburgo, questa mattina, 14 marzo, il servizio di sicurezza russo (Fsb) ha reso noto di avere arrestato quattro presunti membri di un gruppo paramilitare filo-ucraino che preparava attacchi sul territorio del Paese, compreso l’avvelenamento di soldati russi. I quattro avrebbero anche “effettuato ricognizioni su infrastrutture vitali e siti di trasporto a San Pietroburgo e nella regione di Leningrado per poi preparare attacchi”, aggiunge la nota delle Fbs.
La guerra sul campo
Nel frattempo i combattimenti sul campo non si fermano. Questa mattina il servizio stampa della centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, sotto il controllo russo, ha denunciato un bombardamento ucraino a “infrastrutture critiche” dell’impianto, ma senza conseguenze né per le persone né per la struttura. Il ministero della Difesa di Mosca, inoltre, ha affermato che le forze russe hanno respinto nella regione di Belgorod un nuovo tentativo di infiltrazione proveniente dall’Ucraina. Durante i combattimenti, aggiunge il ministero in una nota, sono stati “eliminati 195 nemici, 5 carri armati e 4 mezzi blindati”. Fonti dell’intelligence ucraina, inoltre, hanno riferito che le autorità russe stanno eseguendo l’evacuazione dei civili nella regione di Belgorod, dove sono in corso raid dei paramilitari russi filo-ucraini.
Esplosioni e feriti nell’oblast di Kursk e Sumy
Intanto, da questa mattina, i Militari della Guardia nazionale russa stanno combattendo nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina, per respingere un nuovo tentativo di infiltrazione in territorio russo nei pressi del villaggio di Tetkino. Gli attacchi, però, non si fermano qui. Nella notte, droni russi hanno colpito un palazzo a più piani della regione ucraina di Sumy, al confine con la Russia. Il bilancio è di due morti e 12 feriti.