Un crac da 500 milioni di euro quello della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, la Casa di cura per malati psichici con sedi a Bisceglie (Bat), Foggia e Potenza. Dieci le persone arrestate di cui tre in carcere e sette ai domiciliari. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, spreco di denaro pubblico, assunzioni clientelari, bilanci falsificati, stipendi e consulenze d’oro, utilizzo di risorse tutt’altro che finalizzate alla cura dei malati.
Gli arresti sono stati eseguiti ieri mattina dalla Guardia di finanza di Bari: l’operazione denominata “Fuoco sacro oro pro nobis” ha portato ai domiciliari anche due suore responsabili della Congregazione. Fra le altre persone coinvolte il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Antonio Azzollini (Ncd) e Raffaele Di Gioia, deputato di Psi-Gruppo misto. Il senatore di Ncd, tra il 2011 e il 2013 sarebbe stato il diretto responsabile di alcune assunzioni fatte secondo logiche clientelari, come ha affermato il Gip di Trani nell’ordinanza di arresto. “Da oggi in poi comando io”, avrebbe detto più volte Antonio Azzollini alle suore della Divina Provvidenza. Le indagini sui conti della Congregazione avrebbero poi rivelato che le due suore coinvolte nella vicenda si occupavano sistematicamente di traferire somme di denaro destinate alla casa di cura su conti stranieri. In questo modo sembrava che i soldi venissero utilizzati per i bisogni dei malati. In realtà lo stesso denaro, veniva poi fatto “girare” su conti correnti riferibili alla stessa Congregazione Ancelle e usato per bisogni personali.
Azzollini, pur confermando il suo coinvolgimento, ha replicato: “La notizia è vera ma sono serenissimo, non ho intenzione di dimettermi”. I debiti accumulati dall’ente sono nei confronti di vari creditori fra cui Agenzia delle Entrate, Inps e diversi sono stati i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza sui conti della casa di cura: primo fra tutti quello in cui sono risultati presenti oltre 27 milioni di euro, in sostanza il conto-cassaforte dell’ente.
Le reazioni. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto l’immediato allontanamento di Azzollini dalla commissione Bilancio e come senatore. Il capogruppo di M5S ha ricordato che “non è la prima volta che Azzollini viene coinvolto in uno scandalo”, facendo riferimento a quando il senatore di Ncd, nel 2013, venne inquisito nello scandalo del porto di Molfetta. Il premier Matteo Renzi conferma il garantismo del Pd ma sottolinea che una richiesta d’arresto andrà valutata nel merito e, se ci saranno elementi, il Pd voterà sì perché su queste vicende “non vale il colore politico”. Decisivo per l’operazione condotta dal procuratore capo Carlo Maria Capristo l’aiuto dello Ior, in perfetta linea con l’idea di trasparenza e correttezza voluta dallo stesso Papa Francesco.