Il consiglio dei ministri ha approvato ieri sera a Palazzo Chigi il disegno di legge proposto dalla ministra Bongiorno. Il ddl “concretezza” prevede interventi pratici sulle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo, muovendosi di pari passo con la legge di Bilancio.
Vediamo nello specifico quali sono i punti salienti del ddl concretezza. Per cominciare la lotta all’assenteismo con impronte digitali e riconoscimento facciale e dell’iride. “La prima cosa – ha detto la Bongiorno parlando a margine dell’assemblea dell’Anci, l’Associazione dei comuni italiani riunitasi a Rimini il 24 ottobre, – è che devono lavorare tutti. Il problema dell’assenteismo che emerge è minimo rispetto all’effettivo”. Proprio per questo, oltre alla verifica biometrica dell’identità, è prevista anche l’installazione di apparati di video sorveglianza, misura già approvata dal Garante della Privacy.
Ma il punto forte di questo decreto sembra essere la task force denominata ‘Nucleo della Concretezza’, che consiste nella creazione di un organismo all’interno del Dipartimento della Funzione pubblica, che si assicuri che le misure indicate dal Piano triennale vengano realizzate. Il Nucleo della Concretezza sarà composto da 53 persone e, in collaborazione con l’Ispettorato della funzione pubblica, effettuerà sopralluoghi con la possibilità di creare una black list delle Pa inadempienti. La spesa prevista ammonta a 4,1 milioni a decorrere dal 2019.
Altro punto cardine è assicurare un effettivo “ricambio generazionale”, promuovendo l’assunzione di figure con competenze in materia di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi amministrativi. Proprio per alleggerire le procedure di assunzione le amministrazioni centrali, le agenzie e gli enti pubblici non economici, per il triennio 2019-2021, possono procedere (in deroga alla riforma Brunetta) all’assunzione a tempo indeterminato di vincitori di concorso o allo scorrimento delle graduatorie vigenti.
Infine, l’articolo 5 del disegno di legge, è finalizzato a porre rimedio “ai gravi disservizi verificatisi nell’utilizzazione dei buoni pasto”. A tal scopo è prevista l’istituzione di un Fondo da ripartire tra le amministrazioni che non dispongano di risorse proprie per l’acquisto di buoni pasto, con una dotazione di 3 milioni di euro per l’anno 2019.