Il decreto Cura Italia non si “prende cura” delle persone affette da gravi disabilità, degli anziani e dei loro familiari: è ciò che, come riportato in un articolo del Redattore Sociale, denunciano diversi caregiver in Italia, ora che l’assistenza domiciliare non è più garantita con la chiusura dei centri diurni.
Nessun supporto sarebbe stato offerto a queste categorie di persone, e molti bambini e adulti malati, ma anche anziani abbandonati dalle proprie badanti, sarebbero ora senza il sostegno del personale medico ritenuto indispensabile per la loro sopravvivenza, come assistenti e infermieri.
“Perdere i diritti umani in un attimo: è quello che è successo alle persone con disabilità e ai loro familiari in questo periodo”, afferma Sara Bonanno, madre e caregiver che evidenzia le mancanze del decreto. “Il governo avrebbe dovuto implementare l’assistenza a queste persone in tutte le maniere possibili, non certo delegare alla sensibilità dei vari amministratori locali il mantenimento, ove possibile, di quel già ampiamente residuale supporto”, aggiunge.
Dello stesso avviso un’altra caregiver, Elena Improta: “Per i nostri figli adulti con disabilità grave ad alto carico assistenziale, e per noi caregiver che abbiamo dovuto lasciare il lavoro, nulla è previsto. Praticamente sono soltanto affari nostri”.
Per Bonanno una soluzione sarebbe il cohousing protetto in strutture specifiche, sottoponendo tutti a tampone preventivo: consentirebbe la turnazione di operatori assistenziali e di sicurezza, tutelando tutti i bisognosi di sostegno.
Nel frattempo alcune famiglie condividono sui social la vita senza assistenza dei malati a casa, preparando un’ampia protesta dai balconi affinché, dice Improta, “l’Europa e l’Onu si pronuncino sull’abbandono istituzionale da parte del governo italiano”.