MADRID – Da questa mattina, 27 febbraio, in Spagna il traffico è bloccato sull’autostrada Ap7, principale via di collegamento con la Francia. A creare la coda, però, non sono gli automobilisti ma gli agricoltori con i loro trattori che, dopo tre settimane di mobilitazioni, continuano la loro lotta contro le politiche agricole europee.
La protesta, che andrà avanti fino al 29 febbraio in tutta la regione, è stata organizzata dall’Uniò de Pagesos, il principale sindacato di agricoltori della Catalogna. Come si legge nel comunicato pubblicato sul loro sito, l’obiettivo è bloccare i valichi di frontiera in segno di dissenso contro “la concorrenza sleale delle importazioni”. Rallentamenti si stanno infatti anche registrando sulla strada N-II in prossimità della frontiera francese mentre ulteriori cortei si attendono in altre regioni iberiche.
Nel mirino degli agricoltori c’è anche l’accordo di associazione commerciale tra l’Ue e il Cile, che la Uniò chiede di non sostenere perché “non va nella giusta direzione per garantire l’eliminazione della concorrenza sleale da parte dei Paesi terzi”. Il patto prevede la libera esportazione dall’Unione Europea in Cile senza dazi e la rimozione da parte di quest’ultimo delle tariffe sui prodotti lattiero-caseari europei.
Non è servito a placare le tensioni l’incontro di ieri, 26 febbraio, dei ministri dell’Agricoltura a Bruxelles, in cui si è decisa la modifica alla Politica agricola comune (Pac) in vigore dal 1° gennaio 2023 e tanto contestata dal settore. I ministri hanno sollecitato la commissione ad agire sia nel breve che nel lungo periodo e a pensare “misure più ambiziose”.
La decisione è giunta in un clima che il ministro dell’Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida ha definito “surreale”, in riferimento agli scontri avvenuti “in una città assediata”. Almeno 900 trattori hanno infatti bloccato Bruxelles, con copertoni e fieno incendiati a ridosso dei luoghi simbolo, uova lanciate contro l’edificio del Consiglio Ue e scontri in piazza con bombe carta.