“Più sicurezza o blocchiamo Roma”. Gli autisti Atac scendono in piazza, dopo le aggressioni agli autobus della scorsa settimana, minacciando da lunedì uno sciopero bianco: stop agli straordinari e autobus “lumaca” che viaggiano a 15 chilometri l’ora nel rispetto del codice della strada.
Tutto questo per tutelare i conducenti che hanno il terrore di essere aggrediti durante il turno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state infatti le aggressioni ai bus avvenute nelle scorse settimane nella zona di Corcolle, periferia est di Roma. Nella prima aggressione l’autista, una donna, aveva indicato in 40 immigrati gli autori dell’assalto al bus da lei guidato con lancio di sassi e bottiglie.
E ieri i conducenti degli autobus hanno fatto sentire la loro voce sotto il Campidoglio. «Cabine blindate subito o bloccheremo Roma» hanno più volte gridato i lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico mentre protestavano con fischietti e megafoni. Sotto Palazzo Senatorio hanno esposto anche diversi striscioni: “Atac free”, “Cambiamenti”, “La cura non è privatizzare ma responsabilizzare”, “Lavoratori insultati più utenti appiedati=Dirigenti super pagati”
Gli autisti, non essendo stati ricevuti ieri mattina dal sindaco di Roma Marino, hanno poi spostato la loro protesta in piazza dell’Ara Coeli, a due passi da piazza Venezia, dove gli autisti hanno iniziato a fare su e giù sulle strisce pedonali, rallentando quindi il traffico dell’area.
«Siamo venuti sotto al Campidoglio per due motivi fondamentali. – spiega uno di loro – Vogliamo più sicurezza sul lavoro, non è possibile essere aggrediti per svolgere il proprio compito. Chiediamo immediatamente delle vetture blindate, più personale viaggiante e più autobus. Vogliono far passare la falsità che se veniamo aggrediti è perchè gli autisti non si fermano alle fermate o perchè c’è un problema di immigrazione, quando questa è assolutamente un’altra tematica, dal momento che siamo aggrediti tanto da persone straniere che da italiani». Per il Pd la sicurezza degli autisti Atac «è una priorità» ma i democratici avvertono: «Con una protesta clamorosa come quella annunciata oggi a pagare sarebbero ancora una volta i cittadini».
Stefania Fava