Doveva chiamarsi “Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”, di impronta apertamente filonazista, xenofoba, antisemita. Le indagini della Digos di Enna e del Servizio antiterrorismo interno hanno portato oggi a 19 perquisizioni in tutta Italia nei confronti di altrettanti estremisti di destra: bandiere con svastiche, libri inneggianti al fascismo e nazismo, e soprattutto molte armi: pugnali, katane, spade, pistole e fucili, esplosivi, una balestra, un arco con frecce e almeno un giubbotto tattico sono solo alcune delle cose ritrovate durante le ispezioni.
Tra le persone coinvolte spunta un pluripregiudicato calabrese, esponente di spicco della ‘ndrangheta, con un passato addirittura da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure. Gli indagati avevano anche creato una chat privata, chiamata “Militia”, per l’addestramento dei partecipanti. Alcuni avevano condotto anche attività di reclutamento attraverso i propri account social.
Oltre a ciò, il gruppo cercava di aprirsi e di accreditarsi in diversi circuiti internazionali simili, avviando contatti con organizzazioni come “Aryan White Machine – C18”, un gruppo che ha dei riferimenti ai “Combattenti di Adolf Hitler” ed è espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese. Gli accusati avevano avviato un dialogo anche con il partito di estrema destra portoghese “Nova Ordem Social”.
Alcuni componenti avevano inoltre partecipato alla “Conferenza Nazionalista” di Lisbona, lo scorso 10 agosto, per cercare di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione nazista di Portogallo, Italia, Francia e Spagna. In quell’occasione, una delle indagate era stata anche relatrice della conferenza e, nel suo intervento, aveva usato forti parole antisemite.