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Parigi,attentato al Bataclan
inizia il maxi processo
con 14 imputati alla sbarra

Salah Abdeslam accusato di omicidio

La mamma di Valeria Solesin: ci sarò

di Francesca Funari08 Settembre 2021
08 Settembre 2021

Foto Ansa

La Francia è pronta per il maxi processo per gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 compiuti da un gruppo terroristico di matrice islamica che causarono la morte di 130 persone. Sono 14 gli imputati alla sbarra che, a partire da oggi, verranno interrogati nella gigantesca aula del Palazzo di Giustizia per fare luce su ciò che accadde sei anni fa, 1800 le parti civili coinvolte tra parenti delle vittime, feriti o sopravvissuti e 330 gli avvocati in campo.

L’unico sopravvissuto della cellula estremista della notte in cui lo stadio nazionale di calcio francese, la sala concerti Bataclan, i ristoranti e i caffè della città furono presi di mira, Salah Abdeslam, è l’imputato chiave ed è il solo accusato di omicidio. Tra i testimoni invece ci saranno anche dirigenti dello Stato che, a detta di alcuni familiari delle vittime, sottovalutarono la minaccia dell’Isis. Verranno quindi ascoltati François Hollande, presidente all’epoca degli attentati, l’ex ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, i due ex direttori delle agenzie d’intelligence Dgsi e Dgse e l’ex procuratore di Parigi François Molins. Vista la portata del processo e lo shock che potrebbero causare alcune testimonianze è stata anche organizzata un’unità di assistenza psicologica per i famigliari delle vittime e per i giornalisti che dovranno seguire le udienze. Alle parti civili sarà inoltre concesso, per la prima volta, di ascoltare le udienze da casa o dall’estero attraverso una webradio criptata.

Sono tanti i dubbi da chiarire. A cominciare dal perché il coordinatore degli attentati, il belga-marocchino Abdelhamid Abaaoud, non sia stato fermato nei suoi viaggi tra Siria e Europa nonostante le varie allerte, fino al motivo per cui Abdeslam non si sia fatto esplodere come gli altri kamikaze del commando.

“Pensare di trovarmi in aula con gli attentatori non mi spaventa”, dice la mamma di Valeria Solesin, la ricercatrice italiana morta durante l’attacco al Bataclan. “Spero che il processo serva a capire non solo come è avvenuta la strage, ma soprattutto perché. E a ricordare tutte le vittime”.

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