MILANO – Non solo aveva falsificato il test del Dna del bambino ma le disse anche che aveva lasciato Giulia. Le rivelazioni, nella terza udienza del processo questa mattina 7 marzo, arrivano dall’amante di Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. La giovane, sua ex collega in un bar di Milano, aveva con Impagnatiello una relazione parallela a quella con Giulia.
“Quando l’ho conosciuto ero consapevole che era fidanzato, ma mi aveva detto che si erano lasciati – racconta la 23enne italo-inglese davanti alla Corte di Assise di Milano -. Poi ho capito che Giulia era ancora presente quando ho visto sul suo telefono delle sue foto con lei”. E sul falso test di paternità racconta: “Quando sono andata in viaggio a maggio, lui mi ha prestato il suo tablet e lì ho trovato il file del test del Dna. Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento”. La 23enne ha spiegato anche che lei rimase incinta di Impagnatiello, ma decise di abortire.
In Aula poi sono stati trasmessi alcuni messaggi vocali. “Mi sa che io e te siamo rimaste incinte più o meno gli stessi giorni”; “quando ho scoperto che tu eri incinta, lui mi ha giurato che non era il padre”.