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HomeCultura Privacy e profilazione web, Google “spegne” i cookie: colpo alle pubblicità online

Privacy e profilazione web
Google "spegne" i cookie
Colpo alle pubblicità online

Justin Schuh, direttore di Chrome

"Obiettivo sicurezza per gli utenti"

di Massimiliano Cassano17 Gennaio 2020
17 Gennaio 2020

Una vera e propria rivoluzione per il mercato delle pubblicità online. Lo scossone arriva da Google, che ha annunciato di voler rimuovere i cookie dal suo browser di navigazione, Chrome, per rendere l’esperienza dell’utente più sicura dal punto di vista della privacy. I “cookie”, infatti, sono dei piccoli file di testo contenenti una certa quantità di informazioni che vengono scambiati tra il sito internet (o l’applicazione) e il sistema di navigazione con lo scopo di profilarci e ottimizzare i messaggi pubblicitari in base alle nostre preferenze.

Justin Schuh, direttore di Google Engineering per Chrome, ha parlato di una strategia “per rendere il web più privato e sicuro per gli utenti, supportando al contempo gli editori”. “Stiamo lavorando in modo attivo su tutto l’ecosistema – ha aggiunto – così che browser, sviluppatori e inserzionisti abbiano l’opportunità di sperimentare nuovi meccanismi”.

Il progetto del colosso di Mountain View – da realizzarsi “entro febbraio 2022” – è quello di inglobare la gestione dei cookie all’interno di una “Privacy Sandbox”, un’area virtuale ad accesso privato in cui ogni singolo utente potrà gestire la condivisione dei suoi dati personali online.

Una mossa che rischia di generare un terremoto nel mondo degli adv. Gli equilibri del mercato pubblicitario online dovrebbero adattarsi ai nuovi scenari, visto che la profilazione tramite cookie è molto utilizzata dalle aziende e multinazionali che hanno deciso di puntare sull’eCommerce.

Google non è l’unico browser ad essersi mosso in questa direzione. Anche altri motori di ricerca come Firefox, Safari e Edge (Microsoft) hanno avviato operazioni simili, ma l’impatto della decisione del colosso californiano sarà di certo maggiore, vista anche la diffusione di Chrome, vicina al 70% su scala globale.

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