La disfatta di Matteo Renzi al referendum costituzionale prima, poi la scissione, adesso l’inchiesta Consip: l’altalena di emozioni e di mozioni degli ultimi tempi rischia di indebolire il consenso nei confronti del Partito Democratico. A confermare questa percezione è l’ultimo sondaggio dell’Istituto Demopolis, realizzato tra il 5 e il 7 marzo su un campione di oltre mille intervistati. Se le Primarie del partito si tenessero in questo momento, voterebbero solo un milione e mezzo di elettori. Circa il 50% degli elettori che si presentarono alle precedenti elezioni per la Segreteria, tenutesi nel 2013, che già di per sé furono un flop in quanto ad affluenza. Nell’ormai lontano 2005 furono ben 4 milioni e 300 mila le persone che si recarono alle urne, stabilendo che il candidato Premier fosse Romano Prodi, con un distacco enorme su avversari come Fausto Bertinotti, Clemente Mastella e Antonio Di Pietro. Quasi un milione di voti in meno furono espressi quando Pier Luigi Bersani si laureò Segretario, nel 2007. Un decremento costante, che però nel 2017 potrebbe raggiungere il minimo storico.
A circa 50 giorni dalle Primarie, dunque, lo stato d’animo degli elettori del Pd non è dei migliori. Più della metà si dice preoccupato degli eventi delle ultime settimane. Prevalgono anche sentimenti di disorientamento, soprattutto in questa fase in cui manca un vero leader. Un elettore su quattro inoltre confessa di essere deluso. Ma nonostante ciò, un buon 40% si dice fiducioso per il futuro politico del partito. Ed è proprio su tale fiducia che l’ex premier Matteo Renzi, l’attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando e il governatore della Puglia Michele Emiliano dovranno far leva. Si prospettano giorni infuocati, con la campagna elettorale che si avvierà prossimamente. Ad iniziare da domani: appuntamento al Lingotto di Torino, dove inizierà quella di Matteo Renzi. Proprio nel luogo che vide nascere il Partito Democratico.
L’inchiesta della Magistratura sul caso Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, è l’ultima gatta da pelare in ordine di tempo per il Partito Democratico. L’indagine di Demopolis conferma che il 56% degli italiani è convinto che la vicenda avrà un peso specifico sull’esito delle Primarie. Al contrario, circa un italiano su tre sostiene invece che l’inchiesta in atto non condizionerà in alcun modo la lotta alla Segreteria. Per scoprirlo, appuntamento ai gazebo il prossimo 30 aprile.
Nota informativa – L’indagine è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 5 al 7 marzo 2017 su un campione stratificato di 1.200 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne. Metodologia ed approfondimenti su: www.demopolis.it