Diventa tutta in salita la corsa di Bernie Sanders alla nomination democratica per diventare il candidato presidenziale del partito dell’asinello. Nel secondo Super Martedì il sempre più lanciato Joe Biden ha conquistato gli Stati dell’Idaho, Michigan, Mississippi e Missouri lasciando al rivale Sanders solo il North Dakota. Ancora da assegnare invece è lo Stato di Washington, con i suoi 89 delegati. I due candidati sono troppo vicini ancora per decretare il vincitore, ma sarebbe di poco avanti Biden.
A questo punto delle primarie il Senatore del Vermont si ritrova a quota 710 delegati, 154 in meno di Biden che ne ha 864 su 1.991 da raggiungere. Secondo gli analisti ormai il vantaggio accumulato dall’ex vicepresidente di Obama sarebbe tale da non lasciare speranze al socialista. Inoltre secondo un sondaggio di RealClearPolitics alle elezioni presidenziali americane del 3 novembre prossimo Biden avrebbe un vantaggio di oltre 6 punti su Donald Trump. Del resto i dem si erano già convinti che probabilmente la loro unica vera possibilità di battere il presidente in carica risiedesse nel sostenere in maniera unitaria Joe Biden alle urne delle primarie.
L’ex vicepresidente americano ha costruito un consenso trasversale attorno al suo nome, da nord a sud del Paese, in Stati grandi e piccoli, nelle grandi città come nelle zone rurali. Sta avendo il sostengo degli afroamericani così come degli elettori bianchi e delle minoranze etniche, dei laureati e dei ceti medi. Sanders sta invece riflettendo sulle prossime mosse, ma sembra intenzionato ad andare avanti, puntando a guadagnare i voti dei giovani e giovanissimi. Ha confermato inoltre che domenica sarà presente al dibattito televisivo contro Biden e che prenderà parte anche alla prossima tornata elettorale di martedì dove si voterà in Florida, Ohio, Arizona e Illinois. Tuttavia, come il suo rivale, è stato costretto a annullare alcuni comizi a causa dell’emergenza Coronavirus, che non risparmia neanche gli Stati Uniti.