È stato il dibattito trai due democratici in corsa alla Casa Bianca, Bernie Sanders e Joe Biden, due giorni fa, a farci capire che l’emergenza coronavirus potrà avere un impatto forte sulle elezioni presidenziali USA. I due si sono salutati con il gomito, senza toccarsi, e hanno mantenuto quasi un metro di distanza durante il confronto nello studio della Cnn, rigorosamente senza pubblico. Entrambi i candidati hanno condannato la risposta di Trump all’emergenza coronavirus, colpevole, secondo i due, di aver sottovalutato il problema.
Su questa lunghezza d’onda, il governatore dell’Ohio Mike DeWine ha deciso di rinviare il voto previsto per ieri dichiarando l’emergenza sanitaria per il Coronavirus e aggirando così la decisione di un giudice che aveva respinto la sua richiesta di spostare le elezioni. La mossa del governatore ha suscitato confusione e critiche ma appare coerente con le nuove politiche restrittive annunciate dal presidente Donald Trump.
La Camera Usa infatti ha approvato nella notte di ieri il pacchetto di misure per ridurre l’impatto economico del Coronavirus fornendo assistenza finanziaria alle persone colpite dalla pandemia. La legge, approvata a larghissima maggioranza, comprende misure che garantiscono ai lavoratori di poter prendere giorni di malattia o congedo familiare, rafforzano i sussidi di disoccupazione e garantiscono che tutti gli americani possano sottoporsi gratuitamente al tampone. “Già la settimana prossima saranno disponibili mezzo milione in più di test”, spiega Trump. “Ciò porterà probabilmente a 1,4 milioni di test la settimana prossima e cinque milioni in un mese”.
Ma è evidente che ormai la campagna contro il leader repubblicano farà leva anche sull’emergenza sanitaria e gli sfidanti useranno tutti i mezzi che hanno per sostenere che le misure non sono sufficienti e per accusare il tycoon di non saper gestire il problema. Ai seggi durante il secondo Super Tuesday, gli elettori si sono dichiarati molto preoccupati per l’epidemia, tanto da indurre Biden, dopo la vittoria in Arizona, Florida e Illinois, a dichiarare: Il Covid-19 “non fa distinzione tra i partiti”, e ha lanciato un appello di unità all’intero Paese e soprattutto ai sostenitori del suo avversario democratico. Proprio Sanders prima del voto si era rivolto ai cittadini in un tweet dicendo che “andare ai seggi con l’epidemia di Coronavirus è una decisione personale e noi rispettiamo qualunque decisione prendiate”.
Le primarie di ieri hanno portato in vantaggio Joe Biden che finora ha totalizzato 1.143 delegati a fronte degli 856 di Bernie Sanders. Il l’ex vice presidente ha conquistato in Florida un distacco di 40 punti (62% contro 22%). Ha vinto in Illinois con il 60% rispetto al 35% di Sanders e anche in Arizona, con una forbice di oltre 10 punti. In palio nei tre stati c’erano 411 delegati di cui 219, il bottino più ricco, in Florida. L’ex numero due di Barack Obama si è assicurato un vantaggio praticamente incolmabile.