Roberto D’Alimonte è docente universitario, politologo e esperto di sistemi elettorali. Lumsanews gli ha chiesto di analizzare le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre.
Professor D’Alimonte, quali temi prevarranno in queste elezioni amministrative?
“Le elezioni comunali toccano sempre due fattori, quello locale e quello nazionale che si influenzano a vicenda. Peseranno molto la personalità dei candidati e, se sono sindaci uscenti, il giudizio sul loro operato come Virginia Raggi a Roma, Beppe Sala a Milano e Roberto Dipiazza a Trieste che cercheranno la riconferma. Il fattore nazionale con le prese di posizioni dei partiti sui grandi temi come il green pass, la lotta al covid e la ripresa economica avrà un suo peso, ma i fattori locali saranno predominanti”.
Ogni grande città ha le sue peculiarità.
“Sì, i fattori locali giocano un ruolo diverso a seconda della città. A Roma i cittadini sono molto arrabbiati su questioni come i trasporti, la nettezza urbana e la sicurezza, mentre a Milano il verde e le piste ciclabili sono diventate un importante tema della campagna elettorale”.
Saranno elezioni partecipate a suo avviso?
“Mi aspetto una partecipazione al primo turno intorno al 50 per cento, con variazioni da città in città a seconda dell’intensità dello scontro politico e dell’appeal dei candidati politici. Al secondo turno invece è possibile che la partecipazione diminuisca e si collochi tra il 40 e il 50 %. Naturalmente avremo città dove la soglia di partecipazione sarà più alta, intorno al 54% e città dove ci collocheremo vicino al 48%”.
Il sistema elettorale del doppio turno potrà avvantaggiare qualcuno in particolare?
“In generale il doppio turno ha avvantaggiato nel 2016 il Movimento 5 Stelle. È grazie al doppio turno che Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino sono diventate sindaco. Oggi non saranno più avvantaggiate perché sono cambiati i contesti politici di riferimento. Quindi, in generale è difficile poter fare previsioni”.
Nel centro destra molti sostengono che il doppio turno avvantaggi la sinistra che potrà contare sui voti dei cinque stelle al secondo turno…
“È vero, ma il motivo è un altro. Si ritiene da sempre che il centro-sinistra sia più attrezzato per portare a votare i propri elettori due settimane dopo al ballottaggio. Si tratta di un’argomentazione non del tutto sbagliata, ma dipende dalle situazioni e dal tipo di ballottaggio. Anche a Roma è tutto da vedere”…
A proposito, nella Capitale c’è uno scontro tutto interno all’alleanza di centro-sinistra….
“Sì e la cosa più interessante da capire è una: se, per ipotesi, la Raggi andrà al ballottaggio, gli elettori di Gualtieri cosa faranno?”
Anche qui è tutto da vedere, le beghe locali potrebbero prevalere sull’intesa nazionale e la convergenza potrebbe non essere piena.
“Sì, e secondo me non ci sarà piena convergenza neanche nell’ipotesi in cui sarà Gualtieri ad andare al ballottaggio. Non tutti quelli che voteranno la Raggi al primo turno, saranno disposti a scegliere Gualtieri al secondo. Vista l’alta probabilità che il candidato democratico riesca ad agganciare il ballottaggio, sarà interessante capire in che misura e percentuale gli elettori pentastellati saranno disposti a sostenerlo al secondo.
Anche a Torino lo stesso?
“A Torino forse sarà peggio. È più facile che gli elettori del Movimento cinque stelle decideranno di votare al ballottaggio Roberto Gualtieri a Roma piuttosto che Stefano Lo Russo a Torino. I dissensi tra Pd e Cinquestelle nel capoluogo piemontese sono molto più acuti”.
Le elezioni amministrative avranno ripercussione sulla politica nazionale?
“Non cambierà nulla per il governo, ma le elezioni potranno avere un impatto su quei partiti che ne usciranno più malconci. A rischio sono soprattutto i Cinquestelle. La Raggi al ballottaggio è un’ipotesi poco plausibile e i pentastellati perderanno un po’ dovunque. Le percentuali di voto alla lista dei cinque stelle saranno modeste e non eleggeranno neanche un sindaco. Questo scenario di sconfitta potrà giocare a favore di chi già vuole mettere in discussione la leadership di Conte. Ma anche in questo caso mi aspetto qualche diatriba interna, non lo spodestamento di Conte”.
Anche il Pd rischia…
“Se il segretario dem Enrico Letta dovesse perdere a Siena, ci sarebbe un impatto forte sul Pd. A Roma invece l’unico che potrebbe mettere in difficoltà Gualtieri è Carlo Calenda. Non credo che la Raggi potrà arrivare al ballottaggio. “
Matteo Salvini e Giorgia Meloni si contendono la leadership del centro-destra…
“Sì, ma a mio avviso non saranno le elezioni comunali il luogo della contesa. Alle amministrative si presentano liste civiche e partitini locali. In questo contesto è veramente difficile fare valutazioni sul peso oggettivo dei partiti nazionali e dunque anche il rapporto di forza tra Salvini e Meloni non potrà essere pienamente valutato”.
Una previsione in definitiva di questa prima tornata di amministrative?
“Cinque capoluoghi di regioni su sei al centro-sinistra che vincerà sicuramente a Bologna, Milano e Napoli. Torino e Roma sono in bilico, ma alla fine la sinistra potrebbe spuntarla. L’unico capoluogo dove vincerà sicuramente la destra è Trieste. Occhio alle regionali in Calabria, dove potrebbe esserci una sorpresa a favore del centro-sinistra”.