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Presto il Colosseo riavrà la sua antica arena. Franceschini: «Sarà un modo per tutelare il monumento»

di Samantha De Martin23 Aprile 2015
23 Aprile 2015

colosseo

Quelle “pietre massicce, immense” che “sporgono l’una sull’altra” e “le ampie aperture da cui si vede il cielo azzurro” – come scriveva il poeta Shelley nel descrivere il Colosseo – potrebbero presto perdere il loro affaccio sul cielo con la costruzione di un tetto che, accanto ad un’arena, simile a quella antica presente fino all’Ottocento, potrebbe presto regalare un nuovo volto all’Anfiteatro Flavio.

La realizzazione dell’arena, lo spazio centrale dell’anfiteatro di forma ellittica, sarà «un modo per tutelare il monumento», per renderlo più accessibile e più comprensibile ai visitatori, come ha spiegato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a conclusione del suo discorso al XIX Convegno del Fai (Fondo ambiente italiano). «In un Colosseo con l’Arena ricostruita – ha sottolineato il ministro – si potranno fare rappresentazioni uniche al mondo, con diritti tv sufficienti per restaurare tutta l’area archeologica centrale».

Già lo scorso 2 novembre, commentando con un tweet la proposta di Daniele Manacorda, professore di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica all’Università di Roma Tre, il ministro aveva definito «bella e coraggiosa» l’idea di dare un tetto e un’arena al monumento che Madame de Stael aveva definito “la più bella rovina di Roma”.

Prima del ministro, sulla questione dell’area archeologica centrale di Roma era intervenuto il presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, Giuliano Volpe, a capo della commissione paritetica Mibact-Roma capitale, che si era detto contrario all’idea di trasformare l’area centrale in un grande parco archeologico. «Sarebbe visitato soprattutto dai turisti e rischierebbe di diventare un non luogo che espelle i cittadini – aveva detto Volpe -. L’area archeologica centrale romana, che è la più grande d’Italia e non solo, deve essere un luogo vitale e vivo». Nel suo articolo pubblicato su «Archeo», Manacorda aveva ricordato che «Le vecchie vedute ottocentesche ritraevano ancora il Colosseo con la sua bella arena viva perché calpestabile, e quindi privatamente o pubblicamente usabile e usata», prima di essere progressivamente scoperchiata a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

La ricostruzione dell’arena va ad aggiungersi alla possente opera di restauro del monumento, attualmente in corso, e finanziata con 25milioni di euro dal gruppo Tod’s – Della Valle.

«…Et velarium erit» (“ci sarà anche una copertura”) assicuravano gli antichi organizzatori ai cittadini romani che avrebbero dovuto assistere agli spettacoli del Colosseo, incoraggiandoli a partecipare, scongiurando il fastidioso rischio di caldo e pioggia. E quella copertura, un tempo mobile, potrebbe concretarsi oggi nel tetto che, a breve, potrebbe essere visibile sul monumento più rappresentativo e celebrativo degli antichi fasti di Roma.

Samantha De Martin

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