Un’iniziativa che ha pochi precedenti quella presa dalla Corte di Cassazione francese questa mattina. La massima giurisdizione di Francia, dopo le ultime polemiche del mondo politico nei suoi confronti, ha deciso di rendere noto il proprio parere inviando un comunicato breve e durissimo in cui respinge tutte le accuse dei giorni scorsi.
Ultimo caso quello del candidato della destra Francois Fillon, travolto dall’inchiesta Penelopegate che riguarda gli impieghi fittizi di sua moglie Penelope e dei suoi due figli. Il candidato ha espresso parole dure contro i giudici che lo hanno convocato il 15 marzo, proprio due giorni prima del termine ultimo per le candidature presidenziali. Una decisione, per lui, “interamente calcolata” per “impedirmi di essere candidato”. “Con questa scelta di calendario si assassina l’intera elezione presidenziale”. Fillon ha poi aggiunto che non saranno i giudici a poter decidere sul suo conto, ma sarà “solo il suffragio universale”.
Dal canto loro, i giudici hanno riposto puntato il dito contro i politici che accusano le toghe ma anche contro chi, come il presidente della Repubblica Francois Hollande, le ha difese.
Bertrand Louvel, primo presidente della Cassazione e il procuratore generale Jean-Claude Marin, hanno condannato “l’atmosfera elettrica nell’ambiente politico attorno al lavoro della giustizia”. “Alcuni – scrivono i togati – parlano di strumentalizzazione da parte dell’esecutivo. Quest’ultimo replica affermando di sostenere la libertà d’azione dei magistrati. In realtà, la giustizia non approva le osservazioni offensive che le vengono fatte così come non ha bisogno di sostegni, da qualsiasi parte arrivino”.
“I magistrati – conclude il comunicato – seguono il loro ritmo in totale indipendenza con l’unico controllo delle giurisdizioni superiori, così come hanno il dovere di non immischiarsi pubblicamente nel dibattito elettorale”.