Resistere non serve a niente (Rizzoli). In questi giorni era considerato il favorito della cinquina. Ha ottenuto 165 voti contro i 78 di Alessandro Perissinotto con Le colpe dei padri, quasi il 40 per cento dei voti effettivi della giuria (composta dai 400 Amici della Domenica e dai 60 “lettori forti”) . Un verdetto che la comunità letteraria attendeva prima di quella editoriale, caso strano per lo Strega, avvolto da anni di polemiche e supposizioni che a vincere il Premio non siano gli autori ma le case editrici. Alla proclamazione di Alessandro Piperno, presidente di giuria in quanto vincitore dell’edizione passata, le prime file del Ninfeo di Valle Giulia sono esplose. La sua vittoria dello Strega è apparsa come un riconoscimento alla carriera più che al romanzo, oltre al segno tangibile della fine dell’onnipresenza di Mondadori, che ha vinto 5 premi solo negli ultimi 10 anni.
Le dichiarazioni dopo il successo. Fresco di vittoria Siti bevendo il liquore Strega, come vuole la consuetudine, ha affermato: «Non dedico il premio a nessuno in particolare. Ci sono persone a cui tengo e spero il libro sia stato scritto per loro. Sono felice e ora mi dedico al prossimo libro che sarà una sorta di diario, ma non abbandono l’auto-fiction». E sempre Siti ha obiettato all’analisi della conduttrice Laura Chimenti che ha domandato se nel romanzo avesse fatto esercizio di censura. «Proprio no – ha risposto -. Ho raccontato la storia che avevo deciso di raccontare». E riguardo al discorso sul realismo del suo romanzo che descrive un intrigo di finanza e malaffare, il vincitore ha sottolineato: «Un conto è l’approccio narrativo, quella è una scelta. Il realismo inteso come lucidità con cui guardare il presente, è necessario. Credo anche che nel mio libro sia indispensabile per uscire da questo momento buio senza far finta che non sia successo niente». Anche se prima dello spoglio l’autore aveva rivelato: «Mi sono dato perdente già da ieri. È una bella tattica per restare tranquillo. Un esercizio zen. Tutto quello che viene è in più. Ho pregato fin dall’inizio il mio editore di non informarmi e di tenermi fuori dai meccanismi del premio perché mi rendeva ansioso».
Il resto dell’elezione. La competizione non è stata per nulla all’ultimo voto, come si pensava alla vigilia, l’unica lotta è per chi si è aggiudicato il secondo posto. Alessandro Perissinotto con Le colpe dei padri (Piemme) ha ricevuto 78 voti, solo un punto in più rispetto a Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo. Agli ultimi posti della cinquina, invece, si sono piazzate Romana Petri con Figli dello stesso padre (Longanesi) e Simona Sparaco con Nessuno sa di noi (Giunti), che ha ricevuto 26 voti.
Un Premio ricco di polemiche. La sessantasettesima edizione dello Strega è stata abbastanza travagliata e contrastata, come ha confermato ieri sera lo stesso presidente della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauro, prima con la bocciatura inaspettata El Especialista de Barcelona (Dali) di Aldo Busi e poi con le polemiche e le defezioni, sintomo di un urgente desiderio di rivisitazione del regolamento del Premio. Motivo per cui era assente ieri al Ninfeo di Valle Giulia, Inge Feltrinelli, nonostante avesse un libro in concorso, Mandami tanta vita di Paolo di Paolo, che recentemente aveva detto «questo Strega sa un po’ di mafia», riferendosi ad un’opinione comune. Difende, invece, il premio lo scrittore Francesco Piccolo, che secondo voci degli ultimi giorni lo davano già per vincitore della prossima edizione, che con ironia ha affermato: «Se mi danno quest’anno il premio sono contento. Sto lavorando al nuovo libro ma non voglio dire nulla. Sono sempre stato tra quelli che non criticano l’atmosfera dello Strega, è come andare ad una grande festa». Dacia Maraini, seduta al tavolo Rizzoli, ha criticato invece la diretta tv trasmessa su Raiuno. «Mi piaceva quando era più semplice e casalingo. Comunque – ha sottolineatola Maraini – vengo a vedere alcuni amici e a votare». Il giovane autore Paolo Di Paolo ha, invece, considerato la serata come la «realizzazione di quando ero bambino. Lo Strega si può criticare in molti modi ma chi vuole fare lo scrittore in Italia sogna di far parte di questa competizione».
Il pubblico Vip del Ninfeo. Grande assente il neosindaco Ignazio Marino, era presente, invece, Gianni Alemanno, che è andato a Valle Giulia per votare. Tra i tavoli anche Stefano Rodotà, Paolo Mieli, Francesco Rutelli, Barbara Palombelli, Cesare Romiti e Antonio Padellaro .
Di Alesandra Pepe