L’immigrazione illegale è un veicolo per il terrorismo e per i conflitti e le instabilità nel mondo. Con queste parole è intervenuta oggi il Consigliere di Stato e Ministro degli esteri della Birmania Aung San Suu Kyi, accogliendo nella capitale Naypyidaw i ministri degli esteri asiatici ed europei per il loro tredicesimo incontro che si terrà tra oggi e domani.
Nel suo discorso, il premio nobel per la Pace nel 1991 non ha fatto nessun riferimento esplicito alla crisi dei Rohingya, ma molti cittadini birmani considerano i profughi della minoranza musulmana degli immigrati clandestini, accusati anche di atti terroristici. San Suu Kyi ha inoltre affermato che l’immigrazione illegale è la causa anche di numerosi «conflitti sociali e persino della minaccia di una guerra nucleare».
Sulla questione Rohingya, che tocca il confinante Bangladesh in quanto terra di approdo dal Myanmar, è intervenuta l’Alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini, presente insieme agli altri ministri nella capitale birmana per il meeting. «Credo ci sia una reale e concreta possibilità – ha detto la Mogherini – che Birmania e Bangladesh raggiungano un’intesa per il rimpatrio dei rifugiati» di etnia Rohingya. L’Alto rappresentante ha affermato che l’Europa continua a incoraggiare entrambi i Paesi affinché lavorino «in modo costante e bilaterale sulla questione, con il supporto dell’Ue e del resto della comunità internazionale». In tal senso per la Mogherini il colloquio avuto con Aung Suu Kyi è stato «estremamente incoraggiante» e i punti chiave su cui far leva per risolvere la crisi saranno sicuramente «l’interruzione del flusso di rifugiati, il pieno accesso umanitario allo stato di Rakhine e un rimpatrio sostenibile e sicuro».