C’erano una volta le convocazioni sudate, quando l’approdo alla maglia azzurra era il fine ultimo della carriera di un giocatore. Poi, pian piano, in maniera subdola si sono inseriti gli sponsor, i convocati in aeternum, mai convincenti ma sempre presenti. Ieri Prandelli ha reso nota la lista dei 30 preconvocati in vista del Mondiale in Brasile del prossimo giugno. Ne resteranno solo 23, ma il danno è fatto.
Il banchetto prandelliano è pieno zeppo di ingredienti mal assortiti e, in alcuni casi, avariati. Ma procediamo per ordine.
Sirigu chi? Per il ruolo di portiere l’ha spuntata, accanto a Buffon e Sirigu, Mattia Perin, giovane del Genoa. Escluso Simone Scuffet, diciassettenne talentuoso che da qualche mese difende la porta dell’Udinese. Il ragazzo si farà e la convocazione è solo rimandata. Ma ci pensate a un Buffon che fa da chioccia ai giovani che, probabilmente, si contenderanno il suo posto in nazionale? Buffon che esordì in azzurro a 19 anni, divenendo appena un anno dopo titolare indiscusso. Senza contare l’esperienza unica di una Coppa del Mondo e il respiro internazionale che a certi livelli fa la differenza. Invece ci tocca portare Sirigu, ventisettenne portiere senza infamia e senza lode, con l’unico pregio di essere in forza al Paris St-Germain. Qualora la fortuna volesse aiutarci con una defezione dell’ultimo minuto, il quarto portiere a disposizione è il parmense Mirante. Buffon può dormire sogni tranquilli, con questa filosofia giocherà in nazionale fino a quando lo vorrà.
Difesi a oltranza. Passando alla difesa, spiccano le convocazioni dei terzini Pasqual e Maggio, che – causa infortunio – in questa stagione ha giocato poco e male. Si tratta di giocatori che puntualmente il nostro Caesar ha riproposto, nonostante un rendimento in maglia azzurra non certo esaltante. Capitolo a parte per Ranocchia, sopravvalutato centrale dell’Inter, con all’attivo poco più di 20 presenze in stagione. Scommessa interessante, invece, la convocazione dell’italo-argentino Gabriel Paletta: naturalizzato a 28 anni suonati, ha l’obiettivo – neanche troppo difficile – di non far rimpiangere il cagliaritano Astori.
Mediana blindata. Il centrocampo, si sa, è il settore nevralgico di una squadra. Dai piedi e dai polmoni di chi occupa la linea mediana dipendono successi e sconfitte di una squadra (Vedi, rispettivamente Juventus e Milan). Affiancano il prescelto Riccardo Montolivo – autore di infaticabili apparizioni da fantasma dell’opera, pardon, della “Scala” – l’oriundo Romulo e il parmense Parolo, emblemi dell’armata Brancaleone pronta all’impresa “brasilera”. Poi c’è Thiago Motta, l’ex interista che campa di rendita dai tempi del triplete. Positiva la convocazione di Marco Verratti: se si tratta davvero dell’erede di Pirlo lo si capirà soltanto convocandolo e, possibilmente, facendogli giocare qualche spezzone di partita. Vista, però, la presenza di Aquilani – reduce da una delle migliori stagioni in carriera – e del blindatissimo Montolivo, la permanenza del giovane regista nella lista dei 23 appare a rischio.
Attacchi da panico. “Il pranzo non vale un’acca se non ha il sapor di vacca” recita un antico detto che sancisce la superiorità del formaggio come giusta chiusa di un buon pranzo. Sbizzarritevi pure con le analogie con l’ultima parola del detto! Nel frattempo, dulcis in fundo, passiamo all’ultima leccornia del menu: l’attacco. Se Prandelli non ha potuto fare a meno di convocare Ciro Immobile, capocannoniere della serie A con 22 gol, ha pensato bene di lasciare a casa il vice Luca Toni. Sia chiaro che a 37 anni non potrebbe fare il titolare. Ma con Immobile, Destro e un Balotelli titolarissimo davanti, avrebbe potuto essere una variante offensiva da inserire a partita in corso, soprattutto in quei frangenti in cui è necessario tener palla e far salire la squadra. I 20 gol all’attivo con la maglia del Verona e la carriera che ha fatto meritavano sicuramente maggiore considerazione. Ancora una volta, invece, il c.t. italiano ha pensato bene di imbucare nella spedizione due suoi pupilli: Giuseppe Rossi e Antonio Cassano. Pepito è ritornato in campo da un mese, in seguito all’infortunio al legamento collaterale del ginocchio destro, quello già gravemente compromesso da ben due lesioni al legamento crociato. Il talento, però, è fondamentale in queste competizioni e ogni commissario tecnico ha scommesso su qualche campione reduce dall’infortunio. Zoff nel 2000 portò all’Europeo un Del Piero fuori forma, Lippi fece altrettanto con Totti nel trionfo mondiale del 2006. Accanto alla scommessa, però, c’è l’azzardo puro: “Fantantonio” Cassano, di professione passeggiatore. Poca corsa, tecnica sopraffina, ottimo dribbling e buona capacità di tiro: uno come lui sarebbe conteso da tutte le squadre di calcetto del pianeta. Peccato che i campi del Brasile che, probabilmente, si troverà a calcare siano ben più vasti!
Etica ed estetica. Ultima nota, ancora stonata, per il codice etico tanto decantato da Prandelli. Applicato a singhiozzo, non è stato mai in vigore quando a “sgarrare” era Balotelli. Adesso l’indulgenza tocca a Chiellini, l’arcigno difensore che in Roma-Juve ha rifilato una gomitata a Pjanic, meritandosi tre giornate di squalifica. Se l’etica vacilla, neanche l’estetica è salva: l’attaccante juventino Pablo Osvaldo, il Jack Sparrow del mondo pallonaro, non è stato convocato. Non tutti i machi vengono per nuocere.
Antonino Fazio