Sempre meno uffici postali e sempre più postini telematici. È questa la strada che ha deciso di intraprendere Poste Italiane (nella foto un ufficio della società) che nei giorni scorsi, attraverso la relazione dell’amministratore delegato Francesco Caio alla Commissione Lavori Pubbici del Senato, ha annunciato la chiusura di 455 uffici portando la rete nazionale a 13mila unità.
Il dirigente ha comunque rassicurato l’aula sui possibili disagi per i pensionati direttamente coinvolti con la chiusura degli uffici, circa 3800. “Dopo l’attuazione del piano il 98,65% della popolazione avrà uno sportello entro 6 chilometri” ha dichiarato Caio che ha annunciato anche lo sdoganamento in tutta Italia del cosiddetto ‘postino telematico’, un portalettere incaricato di fornire a domicilio tutta una serie di servizi compresi il pagamento delle bollette, la ricarica delle carte prepagate e così via.
La riduzione fa parte del piano di razionalizzazione del gruppo che sta virando sempre più verso un modello di società orientato alla finanza, vedi investimento in Alitalia. A dimostrarlo sono i numeri delle Poste e la sua avanzata sul fronte assicurativo con 13 miliardi di polizze, 400 miliardi di risparmio raccolto, gli oltre 6 milioni di conti correnti e i 32 milioni di clienti. C’è anche il cosiddetto e-commerce a smuovere i piani della società, che recapiterà gli acquisti online dopo la stipula dell’accordo con Amazon.
“Senza interventi il segmento esclusivamente postale e commerciale sarebbe in perdita nel 2019 per 1,5 miliardi – ha dichiarato Caio – e si finirebbe per mandare in perdita tutto il gruppo. Il cambio di rotta che stiamo cercando di mettere in atto è quindi necessario”.
Mario Di Ciommo