Il governo vuole salvare la Banca popolare di Bari. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge, intitolato “Misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento” che stanzia 900 milioni per Invitalia perché finanzi il Mediocredito centrale e gli consenta di acquisire quote della banca. Tra gli obiettivi del decreto c’è quello di sostenere le imprese del Mezzogiorno creando una istituzione per l’investimento che nascerebbe dalla scissione delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale.
“Il governo è al fianco dei risparmiatori e dei dipendenti della banca”, dichiara il ministro dell’Economia e Finanza Roberto Gualtieri. Nei prossimi giorni saranno definiti i termini del piano industriale per il rilancio dai commissari della banca, Mediocredito centrale e Fondo Mcc e il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che interverrà con sue risorse anche di privati. Servirà poi un apposito decreto attuativo del Mef una volta ascoltato il parare del Parlamento.
Il Consiglio dei ministri aveva già provato a trovare un accordo venerdì sera, senza esito positivo per la contrarietà di Matteo Renzi e Luigi di Maio. L’approvazione è, tuttavia, arrivata prima dell’apertura delle borse e degli sportelli per mettere la banca al riparo da rischi di liquidità.
Dopo gli attacchi di ieri da parte dei Cinque Stelle, oggi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha dichiarato: “Bankitalia è e resterà sempre un’istituzione al servizio dello Stato. Oggi viviamo in un clima difficile, la situazione economica non è favorevole e si è spesso alla ricerca di illusori capri espiatori”.
Sulla crisi della Banca Popolare di Bari, Bankitalia si esprime in un documento di approfondimento: “Nell’ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio con rimborso dei depositanti (senza cessione di attività e passività ad un altro intermediario), le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale. La liquidazione implicherebbe innanzi tutto l’azzeramento del valore delle azioni che esacerberebbe il contenzioso legale con i soci”.
E ancora si legge: “Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi dovrebbe effettuare rimborsi a favore dei depositanti protetti per un importo complessivo di euro 4,5 miliardi circa, a fronte di una dotazione finanziaria che a dicembre 2019 sarà pari a 1,7 miliardi di euro”.
Gli azionisti e obbligazionisti della Popolare barese hanno poi commentato il decreto varato dal governo e il commissariamento: “La banca da stanotte è diventata assolutamente solida perché la proprietà è dello Stato che, ovviamente, non può fallire, ed inoltre che vi è totale discontinuità con la precedente gestione”.