Questa mattina sono finiti agli arresti domiciliari Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, che per mezzo secolo sono stati i veri padroni Banca Popolare di Bari. Il primo è l’ex presidente del cda della Banca, il secondo era, invece, il vicedirettore generale della Popolare. Sono accusati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. È arrivata anche l’interdizione a esercitare per 12 mesi l’attività di dirigente di istituti bancari, anche per l’ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis Figarola, direttore generale del 2011 al 2015 e poi, ancora, dal dicembre 2018 fino al commissariamento dell’istituto, avvenuto il 13 dicembre scorso.
Nell’inchiesta della Procura di Bari, che riguarda la gestione della banca che ha subito un crack di due miliardi di euro, sono indagate complessivamente nove persone: oltre ai tre già citati, anche Elia Circelli, responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione della Direzione Operations, è finito agli arresti domiciliari. L’elenco degli indagati vede anche l’altro figlio di Marco, Luigi, vicedirettore della Popolare, Giorgio Papa, Roberto Pirola, Alberto Longo e Giuseppe Marella.
Tra il 12 e il 13 dicembre 2018, ovvero prima della decisione del governo di commissariare la banca, padre e figlio avrebbero messo “in atto condotte di occultamento dei profitti illeciti” trasferendo dai loro conti correnti, cointestati alle rispettive mogli, somme per 5,6 milioni di euro. Questo è quanto emerge dalla nota, depositata il 18 dicembre, dai commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini.
Ma un’altra bomba viene sganciata dall’ex amministratore delegato Papa, che davanti ai pm ha riferito dell’“estrema accondiscendenza dei vertici della Banca d’Italia, che pur avendo rilevato la grave e ristagnante situazione conseguente al conflitto di interessi venutasi a creare in seno alla Banca Popolare di Bari, non ha mai esercitato i poteri di ‘removing’ attribuiti dalla legge allo stesso supremo organo di vigilanza”.