A un mese dalla tragedia di Genova la città è spezzata a metà: l’area urbana di Ponente e quella di Levante. Così come la ferita attraversa la vita dei cittadini, in attesa di giustizia e ricostruzione. Il capo dello Stato Mattarella comprende bene la situazione e la interpreta facendo presente alla politica che “Genova attende scelte concrete”. Intanto è pronto il decreto speciale per la ricostruzione e sono iniziati i primi interrogatori.
AVERE GIUSTIZIA. “Al momento non abbiamo ricevuto aiuti dallo Stato”, rivela Giuseppe Altadonna. Suo figlio Luigi Matti è morto precipitando con il suo furgoncino alle 11,36 alla viglia di Ferragosto. “È passato un mese. Abbiamo zero notizie e zero sostegni da parte delle istituzioni. Ci dicano perché è crollato quel ponte. Ce lo devono, per mio figlio e per tutte le altre 42 vittime”. Ed è proprio su questo punto che il Presidente Mattarella sottolinea. “Genova non attende auguri o rassicurazioni, ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”. Per lo Stato “ricostruire è un dovere”. La città vuole “ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza”.
AL VIA I LAVORI. Questa mattina i vigili del fuoco e alcuni tecnici supervisionati dalla Commissione regionale hanno iniziato a lavorare sui monconi del viadotto di Genova. Si tratta di test per la sicurezza e raccolta dei dati. Il tutto servirà a preparare il ponte per l’installazione delle gru che demoliranno il ponte e dei sensori che, fra l’altro, permetteranno ad alcuni sfollati di tornare nelle loro case per raccogliere i loro beni.
IL DECRETO. Con l’approvazione ieri del decreto speciale su Genova, alcuni nodi non sono stati ancora sciolti. Come quello del nome del ‘supercommissario’ per la ricostruzione, che sarà nominato dal presidente del consiglio. Il decreto ha istituito un fondo di sostegno alle famiglie sfollate o che hanno subito danni materiali. Non mancano gli aiuti alle imprese, con agevolazioni fiscali, l’istituzione di una zona franca urbana e incentivi per il porto. Molto si punterà sulla viabilità in entrata e in uscita dalla città e sul trasporto pubblico locale. Sarà inoltre istituita l’Agenzia di vigilanza per la sicurezza delle strade e autostrade.
Intanto anche la giustizia compie i primi passi. Il magistrato Massimo Terrile ha tenuto il primo interrogatorio. Si tratta di Salvatore Bonaccorso, dirigente del Provveditorato e membro del comitato tecnico che approvò il progetto di retrofitting. L’imputato però ha scelto il silenzio e si è avvalso della facoltà di non rispondere.