La Corte costituzionale polacca ha definito alcuni articoli dei Trattati “incompatibili” con la Costituzione della Polonia e accusato l’Ue di essere andata “oltre le proprie competenze”. Secondo il Tribunale Costituzionale “il tentativo di interferire nell’ordinamento giudiziario polacco da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea viola i principi dello Stato di diritto, il principio di supremazia della Costituzione e il principio di conservazione della sovranità nel processo di integrazione europea”.
Secondo la Consulta di Varsavia, la Polonia non ha delegato il potere di amministrare il suo sistema giudiziario e l’applicazione delle sentenze della Corte di Giustizia Ue al di sopra o in conflitto con la Costituzione significherebbe perdere la sovranità legale.
Il pronunciamento arriva dopo quattro rinvii e la richiesta del difensore civico di non accettare tre giudici costituzionali che erano stati nominati dopo la controversa riforma della giustizia nel mirino dell’Unione. Dei 14 giudici costituzionali polacchi, 10 sono stati nominati negli ultimi anni da Diritto e Giustizia (Pis), il partito al governo. Tra costoro c’è Krystyna Pawowicz, che durante l’udienza si è riferita al diritto comunitario parlando di “regolamenti stranieri”.
Al centro del conflitto tra la Polonia e l’Ue c’è l’istituzione, avvenuta quattro anni fa, di una sezione disciplinare presso la Corte Suprema con il potere di sanzionare, destituire o trasferire contro la sua volontà qualsiasi giudice del Paese. La sentenza significa di fatto che la Polonia non riconosce più la supremazia delle leggi europee su quelle polacche, cioè uno dei princìpi fondativi dell’Unione europea. Nonostante ciò non intende uscire dall’Ue, assicura il ministro.
Dure le reazioni di alcuni rappresentati degli Stati membri: “Non possiamo permettere che nessuno dei 27 Paesi membri violi i trattati”, sono le parole del presidente del Parlamento Ue, David Sassoli. Porsi contro la supremazia del diritto comunitario è per il sottosegretario francese agli Affari europei Clément Beaune “un fatto gravissimo”. Ma il polemista di estrema destra e probabile candidato alle elezioni presidenziali francesi del 2022, Eric Zemmour è di parere opposto e offre tutto il suo sostegno al popolo polacco invitando la Francia a prendere esempio.