E’ al centro delle polemiche la 117esima sessione dell’esame di stato per giornalisti professionisti svoltasi il 29 aprile scorso, all’hotel Excelsior di Roma. Una lettera “non firmata” è stata inviata alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Roma. Le proteste sono nate in seguito al sorteggio dell’allegato di cronaca (sul caso dell’avvocato ucciso a Varese) scelto tra tre buste diverse ma già presentato durante una simulazione del 24 gennaio scorso per il corso on line dei praticanti.
Nella lettera quindi, è stato chiesto l’annullamento della prova scritta e la riprogrammazione di una nuova sessione, minacciando che –secondo quanto riportato dal sito dell’Ordine – “qualora l’evidente errore verrà taciuto o non sarà motivo di annullamento dell’intera sessione, faremo ricorso e continueremo a far sentire le nostre voci presso gli organi competenti”.
Chiara la risposta degli esponenti dell’Odg che hanno precisato come le tracce della prova erano stati resi disponibile sul sito da mesi per dare la possibilità agli aspiranti giornalisti di esercitarsi. Ma non solo. Il giorno della prova, la Commissione d’esame composta da 4 magistrati e dieci giornalisti, informata del fatto dal Presidente del Consiglio Nazionale Enzo Iacopino, ha deciso di procedere allo svolgimento della prova. In primis perché gli allegati erano accessibili per tutti e in secondo luogo, l’elaborato si poteva svolgere partendo dalle notizie in esse riportate. Quindi, in sede d’esame non si è creata una situazione di vantaggio per nessuno dei candidati.
Quindi, per ora, le correzioni da parte della Commissione sulle tracce svolte dagli aspiranti giornalisti continuano senza nessun ostacolo.
Carlotta Dessì