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Poco sviluppo e mancanza di organizzazione, il calcio femminile minaccia lo sciopero

di Stelio Fergola25 Settembre 2015
25 Settembre 2015

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Settore trascurato e male organizzato, problemi contrattuali ad oggi ancora irrisolti. Ecco perché le calciatrici italiane potrebbero scioperare e non far partire il campionato femminile di Serie A, il cui inizio è previsto per il 17 ottobre. Lo ribadisce anche Damiano Tommasi, guida del sindacato calciatori che già per gli ex-colleghi maschi promosse uno sciopero analogo anni fa. “Non si giocherà se non si scioglieranno i nodi principali. Nel corso del consiglio federale del 31 agosto è stato formato un Comitato esecutivo che avrebbe dovuto prendere decisioni virtuose sul calcio femminile – ha detto Tommasi – si respira un forte desiderio di seguire la linea della protesta collettiva, arrivando a bloccare le partite qualora i problemi che attanagliano questo movimento non dovessero essere risolti: vincolo sportivo, accordi economici pluriennali, fondo di garanzia”.

Ma grandi attenzioni sono richieste anche per la promozione degli eventi più importanti. Il sindacato, infatti, aggiunge una nota sulle finali delle coppe. “Quella di Coppa Italia è stata giocata il 23 maggio scorso e a distanza di quattro mesi, ci apprestiamo a seguire la SuperCoppa del 26 settembre con gli stessi presupposti: carenza organizzativa e di attenzione per un trofeo che vedrà in campo 13 azzurre tra Brescia e Verona” Poi, conclude l’Aic: “Crediamo sia doverosa una programmazione federale seria e condivisa per lo sviluppo di questo sport ormai stanco di essere considerata una ruota di scorta rispetto al resto d’Europa”.

La replica della Figc non si è fatta attendere: “L’attenzione verso il calcio femminile nel nostro Paese non è mai stata così alta, e non dobbiamo disperdere questo patrimonio. Stiamo lavorando nella direzione giusta e continueremo a farlo realizzando cose che fino a qualche tempo fa sembravano solo utopia”, ha dichiarato il presidente Tavecchio. Che ha ricordato, inoltre, alcuni dei punti del programma di sviluppo del settore, come l’obbligo di inserire una sezione di calcio femminile in ogni club di Serie A o B, la creazione di un struttura completamente dedicata al calcio femminile, e la nascita della nazionale calcio a 5.

Non mancano, come al solito, le reazioni dal mondo politico. Ad appoggiare subito le scelte del movimento c’è il PD. Laura Coccia, parlamentare democratica sempre in prima linea per i diritti delle atlete, ha dichiaro di appoggiare in pieno “la scelta dell’Associazione italiana calciatori (Aic) che si è schierata al fianco del calcio femminile”

Stelio Fergola

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