Filippo Ribisi, vice presidente di Confartigianato imprese, ha spiegato a Lumsanews alcuni dei motivi per cui le morti sui luoghi di lavoro non diminuiscono.
Il 2022 è iniziato da poco. Qual è l’andamento delle morti sul lavoro rispetto al 2021 e che percezione se ne ha?
“Rispetto agli ultimi due anni la percezione che abbiamo è che ci sia un aumento delle morti e soprattutto degli incidenti sui luoghi di lavoro. Il motivo principale è che nel 2020 e in una parte del 2021 l’economia e i cantieri sono andati più a rilento a causa della pandemia. In generale comunque – spiega Ribisi – manca il rispetto di alcune norme sulla sicurezza”.
Come possiamo classificare le morti sul lavoro di lavoratori in nero? Vengono calcolate dall’Inail?
“Se si tratta di morti vengono calcolate. Gli incidenti non mortali invece spesso non sono denunciati perché, appunto, riguardano lavoratori in nero. Nell’ultimo anno soprattutto nel settore dell’edilizia il fenomeno del lavoro in nero si è attenuato grazie all’introduzione di incentivi destinati solo alle imprese in regola. Ma esistono ancora molte aziende che non vogliono neanche fare fatture e riescono a farla franca perché spesso i controlli sono destinati alle ditte in regola, così per gli ispettori è tutto più semplice”.
Se esistono misure e controlli pensati proprio per arginare il fenomeno delle morti sul lavoro, perché poi sembrano non essere così efficaci?
“Perché c’è la tendenza a vigilare su chi rispetta le regole ed ha tutti i requisiti a norma. Spesso gli ispettori vigilano sulle imprese in regola perché è più semplice fare le verifiche del caso”. Secondo Ribisi “un altro motivo è che spesso il lavoratore è troppo sicuro di quello che fa. Il ruolo del datore di lavoro è anche questo: convincere il proprio collaboratore a usare i dispositivi di sicurezza”.
Voi come Confartigianato come vi muovete sul fronte sicurezza sul posto di lavoro?
“Noi proprio perché crediamo che la sicurezza nel lavoro debba essere questione centrale, abbiamo iniziato come Confartigianato una formazione con tutti i nostri presidenti nazionali di categoria per sensibilizzare gli associati a mettere in campo sempre più misure che proteggano i propri collaboratori. Non solo dal punto di vista teorico e di documentazione in regola ma anche nell’utilizzo dei dispositivi appropriati per la personale salvaguardia.”