“I costruttori hanno ragione a lamentarsi dell’aumento dei prezzi delle materie prime, ma il governo ne è consapevole”. È quanto afferma il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, in un’intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che all’interno del decreto approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, sono previsti nuovi meccanismi di adeguamento dei prezzi di aggiudicazione.
Secondo il ministro, l’intervento del governo si baserebbe sostanzialmente su due aspetti: i prezzi su base d’asta, con le linee guida sulla definizione dei prezziari regionali che saranno emanate dall’Istat, e un meccanismo di aggiustamento dei prezzi in corso d’opera “molto meno penalizzante per le imprese”. Ad oggi, infatti, l’aumento dei prezzi è assorbito fino al 10% dalle imprese e, per l’eventuale parte eccedente, lo Stato interviene riconoscendone solo la metà. Adesso, con il decreto, “questi parametri vengono rivisti a favore delle imprese” e la franchigia a loro carico si “riduce in modo consistente”.
Per quanto riguarda i bandi di competenza del ministero, Giovannini assicura che non ci sono ritardi e che “se ricorrono condizioni eccezionali, il Consiglio europeo può valutare entro il 2022 eventuali proposte di revisione dei Pnrr nazionali”. Da Bruxelles, però, un portavoce dell’Ue intervistato dall’Ansa, ha chiarito che una volta che il Pnrr di un Paese membro è stato approvato, solo in casi davvero eccezionali si può richiedere una revisione del Piano in linea con l’art 21 del Regolamento sul Fondo di Ripresa e Resilienza. “Lo Stato – aggiunge il portavoce – deve dimostrare che non può più attuare il Piano o parte di esso a causa di circostanze oggettive”. La richiesta, poi, fa scattare “una rigorosa valutazione, caso per caso, da parte della Commissione, assieme al Paese interessato”.