È tutta lì, in un video ripreso da due telecamere nascoste da Pizzocolo nel motel Moon di Busto Arsizio e del motel Silk vicino Lodi, l’agonia della diciottenne romena Lavinia Simona Ailoaiei, strozzata dalle cinghie di plastica usate nel gioco erotico estremo voluto dal quarantatreenne ragioniere di Arese. Quattro ore di immagini definite agghiaccianti da chi le ha potute visionare. Una terza telecamera, in miniatura e a fibra ottica, era nascosta nel cinturino dell’orologio, e sarebbe stata acquistata online. Un’attrezzatura da professionista che ha insospettito gli inquirenti e che mal si concilia con le spiegazioni fornite dall’uomo, che ha parlato di un incidente casuale.
Le riprese intanto, sono al vaglio degli inquirenti. Il giudice Isabella Ciriaco, che ha convalidato il fermo del ragioniere – una vita da impiegato modello, macchiata tre anni fa da 30 grammi di hashish con cui era stato fermato all’aeroporto di Malpensa – sembra non credergli: «Anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda dai filmati». A questo punto gli scenari si arricchiscono di nuove ipotesi, come a dire che Pizzocolo era cosciente del rischio corso, se non addirittura programmato, dello strangolamento. Un’ipotesi che potrebbe cambiare completamente il capo d’accusa, e che potrebbe valergli l’ergastolo. Nell’auto dell’uomo gli investigatori hanno trovato un borsone con tre telecamere e una scheda video, mentre nella casa – dove viveva con un bambino e una donna sudamericana ignara di tutto – sono stati rinvenuti decine di filmati, registrati su dvd, di incontri avuti con altre donne, molto probabilmente anche loro professioniste del sesso a pagamento reclutate su internet. Immagini simili tra loro, con scene di sesso estremo con ragazze più o meno giovani; tutte europee. Difficile rintracciarle tutte, ma a questo punto la possibilità che l’uomo possa aver agito in modo simile in altre circostanze non è più così remota.
L’ipotesi del killer seriale è quella che convince meno gli investigatori, visto che non risultano denunce di donne scomparse. Di certo l’attrezzatura e i computer sequestrati a Pizzocolo potrebbero raccontare molto, visto che non sono ancora emersi nuovi particolari elementi sulle abitudini dell’uomo. I vicini hanno spiegato che, quando era solo, spesso riceveva giovani donne e la casa si presentava con le tapparelle abbassate e di notte si sentiva il rumore continuo della doccia aperta. Probabile che nei prossimi giorni l’inchiesta passi alla procura di Busto Arsizio, competente per territorio, visto che la giovane sarebbe stata ammazzata in un motel del paese per poi essere abbandonata nel lodigiano.