Dal 12 maggio prende il via la settimana nazionale della letteratura in carcere: oltre sessanta autori italiani entreranno in carcere per raccontare ai detenuti la propria passione per la letteratura; illustrare un libro al quale sono particolarmente affezionati; coinvolgere i reclusi in un progetto di scrittura collettiva.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presentato di persona il progetto, sottolineando di avere particolarmente a cuore “la possibilità di riportare in primo piano la qualità e le finalità rieducative della detenzione, così come previsto dalla Costituzione”. Insieme a Orlando, hanno partecipato alla presentazione il direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi, lo sceneggiatore Francesco Piccolo, lo scrittore Marco Ferrari e la critica letteraria Romana Petri.
La partecipazione degli scrittori a questa iniziativa sarà un’esperienza significativa non solo per i detenuti, ma anche per gli scrittori, come dice lo sceneggiatore Francesco Piccolo, che darà il suo contributo recandosi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nella sua città natale. I penitenziari sono stati scelti dagli scrittori stessi, che hanno privilegiato gli istituti “di casa”, rimarcando non solo un coinvolgimento civile, ma anche affettivo.
Ma la presenza di ospiti nelle carceri sarà anche l’occasione per abbattere una barriera che è soprattutto simbolica, per ricordare che anche le carceri fanno parte della società, dice il Ministro Orlando, aggiungendo che carcere e società non si incontrano abbastanza spesso: “Si parla di carcere solo per arresti e fughe.” Alle parole del guardasigilli fa eco Romana Petri, che si augura che anche i reclusi possano uscire per partecipare ad iniziative letterarie: “potrebbero partecipare come giuria nei premi letterari” dice, ricordando che ci sono già state esperienze in questo senso.
Marino Sinibaldi, che raccoglierà alcuni dei racconti realizzati per poi trasmetterli su Radio 3, rimarca come l’attenzione e l’impegno del mondo della cultura su questo fronte abbia precedenti d’eccellenza. L’Italia è all’avanguardia per le esperienze teatrali in carcere, tutti ricorderanno il successo dei fratelli Taviani, premiati nei festival di mezza Europa per un film realizzato insieme ai detenuti di Rebibbia. Sempre a Rebibbia è conservata la biblioteca di Italo Calvino, donata significativamente al carcere dalla vedova dello scrittore.
Per concludere, dice Orlando, è importante che “riaccendiamo i riflettori sul carcere attraverso la passione civile degli scrittori, nella speranza che la cosa non rimanga isolata, non passi inosservata.” A dire il vero, il tema della qualità della detenzione, specie in questi giorni, non ha bisogno di iniziative particolari per essere illuminato: l’Italia rischia di dover pagare una “maxi-multa” che si aggira intorno ad un miliardo di euro se non rispetterà l’ultimatum imposto dalla Corte europea dei diritti umani – che scade il 28 maggio – per risolvere il problema del sovraffollamento. Il Ministro volerà a Strasburgo questo 22 maggio per essere ascoltato; lì dovrà illustrare quali sono le misure adottate dal governo per adeguare i nostri penitenziari alle norme di salvaguardia della dignità e dei diritti umani. Interrogato durante la conferenza sull’argomento, il Ministro è rimasto sul vago: “si parlerà del pacchetto proposto a suo tempo, di risultati e obiettivi”.
Raffaele Sardella