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HomeEsteri Pioggia di razzi sul Libano. Quasi 600 morti e mezzo milione di sfollati

Razzi israeliani sul Libano
fanno quasi 600 morti
e mezzo milione di sfollati

Primo missile (intercettato) su Tel Aviv

Si riunisce Consiglio di sicurezza Onu

di Maddalena Lai25 Settembre 2024
25 Settembre 2024

Un attacco israeliano in Libano | Ansa

TEL AVIV – Razzi e droni hanno solcato, per tutta la notte, i cieli tra Israele e il Libano e all’alba  – per la prima volta dall’inizio delle tensioni in Medio Oriente – un missile lanciato dal Paese dei cedri è riuscito a penetrare la celeberrima difesa area israeliana, puntando dritto al cuore di Tel Aviv. Nonostante le sirene abbiano spinto i cittadini della capitale dello Stato ebraico nei rifugi, l’allarme è presto rientrato: la difesa aerea ha intercettato e neutralizzato l’ordigno senza ferire nessuno.  

L’attacco è stato rivendicato da Hezbollah che ha affermato che l’obiettivo era il quartier generale del Mossad, l’agenzia di Intelligence israeliana. 

In questa guerriglia dei cieli tra lo Stato ebraico e il Libano, tuttavia, appare evidente ormai da giorni che gli equilibri siano tutti a favore del primo. 

L’Idf nelle ultime ore ha infatti polverizzato una palazzina nella periferia sud di Beirut uccidendo uno dei comandanti di Hezbollah, Ibrahim Mohammed Kobeissi. Annunciata da Israele, la notizia è stata confermata anche da un gruppo sostenuto dall’Iran. 

In Libano aumentano le vittime civili. Gli sfollati cercano di lasciare il paese

A pagare il prezzo più alto delle tensioni e delle rappresaglie militari è tuttavia, come sempre, la piccola storia. In poco più di due giorni i libanesi uccisi dai raid israeliani sono oltre 600, tra loro 50 bambini e anche due funzionari dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Ad essere colpiti non sono solo i centri più popolati, ma anche i piccoli agglomerati, come Maaysara, un villaggio di montagna a nord di Beirut dove i missili di Israele hanno raso al suolo una casa e un caffè, mietendo tre vittime. 

Gli sfollati, invece, sono più di mezzo milione e le strade libanesi congestionate dal traffico di chi cerca di scampare alla morte cercando rifugio nelle scuole o nei quartieri più sicuri della capitale. I più facoltosi cercano di trovare un volo per l’Europa o Dubai, ma anche in questo caso l’impresa è tutt’altro che agevole. Negli ospedali della capitale, al crescere delle tensioni, cresce anche l’allarme sanitario di un sistema da tempo sull’orlo del collasso. A mancare, al momento, sono soprattutto unità di sangue. Regno Unito e Russia, in queste ore, hanno invitato i propri connazionali in terra libanese a lasciare quanto prima il Paese. 

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu al lavoro per evitare l’escalation 

Una situazione, quella che vede su due fronti opposti Libano ed Israele, che fa crescere le preoccupazioni internazionali sulla situazione mediorientale. Più leader mondiali, riuniti a New York per l’Assemblea generale dell’Onu, hanno espresso in questi giorni le loro preoccupazioni e i loro moniti, sulla tutela della popolazione civile, al presidente israeliano Benjamin Netanyahu (che ha rinviato al 26 settembre la partenza per la Grande Mela). 

Nelle prossime ore si riunirà il Consiglio di sicurezza. Sul tavolo la situazione in Libano e l’escalation a nord di Gaza. Sul Consiglio si allungano le ombre dell’Iran, che lo ha accusato di aver ceduto a pressioni europee e americane, non adempiendo ai propri doveri di mantenimento della pace. Un Iran, che con le sue promesse di sostegno incondizionato a Palestina e Libano, rischia di essere un ulteriore fattore di instabilità in Medio Oriente. 

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