ROMA – L’economia italiana è ferma. Il Prodotto interno lordo nazionale, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, nel quarto trimestre del 2024 è rimasto uguale rispetto a quello precedente. L’Istituto nazionale di statistica lo rende noto attraverso le prime stime preliminari diffuse. Nello stesso 2024 la crescita, sempre corretta, è stata dello 0,5% rispetto al 2023 e contro l’1% stimato del Piano strutturale di bilancio redatto dal governo a settembre.
La variazione è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto del settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, di un aumento nel comparto dell’industria e di una diminuzione in quello dei servizi. L’ultimo trimestre dello scorso anno ha avuto inoltre due giornate lavorative in meno rispetto a quello precedente, il terzo, e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente. 2023 che ha visto quindi quattro giornate lavorative in meno del 2024.
L’attacco dell’opposizione
Dati che non sono piaciuti all’opposizione, che subito ha puntato il dito verso la maggioranza. “Dopo tutti i proclami di Meloni e Giorgetti, la realtà presenta il conto”, ha commentato la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita. “Anche nell’ultimo trimestre del 2024 il Pil è rimasto fermo. Siamo a crescita zero”, ha dichiarato Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria nazionale del Partito Democratico. “Il Paese è stato affossato, risbattuto sotto la media dell’Eurozona e dietro tutti i nostri partner”, fa eco il senatore del Movimento 5 Stelle Mario Turco.
Per quanto riguarda la domanda vi è un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta. La variazione acquisita del Pil italiano per il 2025, sulla base delle stesse stime Istat diffuse oggi, risulterebbe nulla. I risultati dei conti nazionali annuali per il 2024 saranno diffusi il prossimo 3 marzo. I conti trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati due giorni dopo, il 5 marzo.