VENEZIA – I sotterranei della Serenissima continuano a stupire. La Soprintendenza di Venezia, incaricata del restauro dei masegni – le pietre in trachite – della pavimentazione di Piazza San Marco, ha fatto una scoperta archeologica significativa. Gli archeologi, guidati da Sara Bini, hanno rinvenuto il cranio di un bambino e altri tre scheletri, che si aggiungono ai resti di altri tre scheletri precedentemente recuperati. Durante i lavori, sono emersi reperti che rivelano una storia medievale finora sconosciuta della Serenissima, con particolare attenzione alla chiesa di San Gemignano, conosciuta anche come la chiesa dei Dogi.
Questi reperti forniscono nuove informazioni sulla storia antica della piazza, indicando che San Gemignano potrebbe essere stata la chiesa più antica di San Marco. La scoperta di una sepoltura con spallette in laterizio conferma la presenza dell’edificio sacro in un punto specifico della piazza, come indicato anche dalle fonti archivistiche.
Le sepolture collettive erano pratiche comuni dell’epoca e si ipotizza che San Gemignano potesse ospitare individui di rilievo, data la sua natura monumentale. L’attenzione degli esperti ora si concentra sull’intervento imminente del Comune di Venezia, che prevede di eseguire scavi più approfonditi per il restauro dell’intera piazza. Quest’area non è stata indagata dal 1855, rendendo questa scoperta ancora più significativa per la comprensione della storia di Venezia.