È stata confermata l’accusa di omicidio preterintenzionale per i quattro giovani colpevoli di avere scatenato il panico tra la folla in Piazza San Carlo a Torino: la vicenda risale alla sera del 3 giugno 2017, quando era stata allestita la proiezione su maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Lo ha deciso la Corte di Assise di appello che ha confermato le condanne, comprese fra i 10 anni 4 mesi e 20 giorni e i 10 anni 3 mesi e 24 giorni di detenzione.
I quattro, in piazza, si servirono di spray al peperoncino per commettere delle rapine fra i tifosi: l’uso del dispositivo urticante però finì per causare il panico tra la folla, tanto che in massa le persone tentarono di fuggire. Nella calca furono in molti ad essere calpestati, tanto che il bilancio finale fu di 1500 feriti e tre morti.
Un primo filone di indagini ha riguardato le mancanze logistiche e amministrative, soprattutto riguardo all’assenza di coordinamento tra le forze di pubblica sicurezza e la presenza incontrollata di venditori abusivi di bevande in bottiglie di vetro, che hanno contribuito ad aumentare i feriti.
I quattro della banda del peperoncino, nel maggio del 2019, sono stati condannati a 10 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Condanna che è stata confermata oggi in appello.
A seguito della vicenda, il ministero dell’Interno ha emanato una direttiva, due mesi dopo l’accaduto, che elenca una serie di linee guida per le tipologie di rischi in caso di manifestazioni pubbliche. Sono state messe a punto procedure di evacuazione, regolamentazione delle presenze e modalità di accesso per i mezzi di soccorso.