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HomePolitica Piazza per l’Europa, vigilia tesa. Confronto Meloni-Giorgetti sul riarmo, il no della Lega

La manifestazione per l'Europa
contrassegnata dalle critiche
Il Cdm si scalda sul riarmo

I dem spaccati sul piano europeo

La Lega si distanzia dalla maggioranza

di Pietro Bazzicalupi14 Marzo 2025
14 Marzo 2025

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, a sinistra, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti| Foto Ansa

ROMA – Una vigilia di critiche e divisioni. Sono queste le premesse di “Una piazza per l’Europa”, la manifestazione lanciata dal giornalista Michele Serra in programma sabato 15 marzo in Piazza del Popolo a Roma.  Un’iniziativa apartitica, con sole bandiere europee, rivolta a tutti i cittadini che desiderano dire di sì all’Ue. Ma che spacca la politica italiana.

Le posizioni

Tra i primi a rispondere “sì” all’evento a sostegno dell’Unione europea, nel segno del riarmo e della difesa comune, è stata la segretaria del Pd, Elly Schlein, che deve affrontare la spaccatura dei democratici: contrari al riarmo, ma favorevoli alla difesa comune. In piazza con loro scenderanno anche Alleanza Verdi e sinistra, +Europa, Azione e Italia Viva, oltre ad associazioni, sindacati e personaggi di spicco. 

Per il Governo sembra rischioso aprire a una piazza ostile a Trump e Putin. Forza Italia, fa dietrofront e alla fine non ci sarà. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “l’Europa va sostenuta con riforme concrete, non con eventi simbolici”. Critico il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Lavoriamo per cambiare questa Europa che oggi schiaccia lavoratori, agricoltori e imprenditori con regole assurde” ha dichiarato. 

Rimane inalterata la posizione del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che già nelle scorse ore aveva annunciato la mancata partecipazione alla manifestazione. “Non ci potremo essere”, dice il leader dei pentastellati, “perché in quella piazza c’è chi è per le armi e chi è contro le armi. Basta alle ambiguità”. 

Gli scontri sul riarmo e i paletti della Lega

Il piano per il riarmo europeo infiamma anche l’ultimo Consiglio dei ministri. Il confronto tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, durante il Cdm è stato descritto come “molto acceso”, segno della crescente tensione all’interno della maggioranza, in particolare con la Lega. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, continua a marcare le distanze sul tema del riarmo, ponendo paletti su acquisti bellici e sovranità nazionale. La Lega ha ribadito il suo no a un esercito europeo, insistendo invece sulla priorità alla pace e sugli investimenti per la sicurezza nazionale a favore delle imprese italiane. Posizioni in contrasto con la linea di Fratelli d’Italia, che resta più vicina agli impegni presi con l’Europa e agli equilibri internazionali, compresi i rapporti con Donald Trump.

Mentre Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia e delle Finanze cercano di mettere una pezza sullo scontro tra Meloni e Giorgetti attraverso una nota ufficiale in cui si legge che i due lavorano “in piena sintonia”, le tensioni persistono e rimangono evidenti.

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