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Nessuna giustizia per il piccolo Maxim. Torna libero il padre che lo ha ucciso

di Carlotta Dessì14 Ottobre 2015
14 Ottobre 2015

icSta provocando molte polemiche il caso di Massimo Maravalle, l’uomo che 15 mesi fa soffocò nel sonno il figlio adottivo Maxim di cinque anni e cercò di compiere lo stesso gesto anche con la moglie. Infatti, dopo un anno di cure per problemi psichiatrici, Maravalle è tornato a casa perché secondo il giudice non è “socialmente pericoloso e al momento del fatto non era capace di intendere e di volere”. Così, l’uomo in compagnia della moglie, Patrizia Silvestri, è tornato nella casa dove è avvenuta la tragedia “L’ho perdonato, non era lui in quel momento. Ora proviamo a ricominciare insieme”, ha commentato la moglie. Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha quindi disposto per lui l’applicazione della misura della libertà vigilata con un solo obbligo: presentarsi presso il Centro di Salute Mentale di Pescara, due giorni a settimana.

La coppia è comunque indagata per falso in concorso e accusata di aver omesso il reale stato di salute di lui nel corso dei colloqui sostenuti per l’adozione con i servizi sociali del Comune di Pescara. Nella vicenda risultano indagati anche il medico di base e un medico della Asl presenti al momento del colloquio per l’affidamento.

Carlotta Dessì

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