Sta provocando molte polemiche il caso di Massimo Maravalle, l’uomo che 15 mesi fa soffocò nel sonno il figlio adottivo Maxim di cinque anni e cercò di compiere lo stesso gesto anche con la moglie. Infatti, dopo un anno di cure per problemi psichiatrici, Maravalle è tornato a casa perché secondo il giudice non è “socialmente pericoloso e al momento del fatto non era capace di intendere e di volere”. Così, l’uomo in compagnia della moglie, Patrizia Silvestri, è tornato nella casa dove è avvenuta la tragedia “L’ho perdonato, non era lui in quel momento. Ora proviamo a ricominciare insieme”, ha commentato la moglie. Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha quindi disposto per lui l’applicazione della misura della libertà vigilata con un solo obbligo: presentarsi presso il Centro di Salute Mentale di Pescara, due giorni a settimana.
La coppia è comunque indagata per falso in concorso e accusata di aver omesso il reale stato di salute di lui nel corso dei colloqui sostenuti per l’adozione con i servizi sociali del Comune di Pescara. Nella vicenda risultano indagati anche il medico di base e un medico della Asl presenti al momento del colloquio per l’affidamento.
Carlotta Dessì