Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ha incaricato l’Ispettorato di via Arenula di svolgere accertamenti sulla questione del permesso premio concesso a uno dei tre killer condannati per l’omicidio del vigilante Francesco Della Corte per il suo diciottesimo compleanno, dopo neanche un anno di carcere e con una condanna a 16 anni e mezzo. L’Ispettorato compirà accertamenti preliminari “volti a valutare la correttezza della procedura ed eventuali condotte disciplinarmente rilevanti”, così il ministro della Giustizia.
Dall’Unione dei sindacati della Polizia Penitenziari (Uspp) invece arriva un duro attacco all’indirizzo dell’autorità giudiziaria. Nel tweet si legge: “Sempre più spesso la polizia penitenziaria deve eseguire bizzarre scorte per eseguire fantasiose ordinanze dell’Autorità Giudiziaria, ma questo caso indigna e lascia sgomenti. Solidarietà alla famiglia del vigilante mentre il ministro Alfonso Bonafede verifichi correttezza”.
Secondo il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario campano Ciro Auricchio, la cosa ancora più grave è che il nullaosta sia stato dato a chi “non si è ravveduto” e “non si è mai scusato con la famiglia”. Dal loro punto di vista è lecito far uscire dal carcere dei condannati, ma se questo vuol dire inserirli in percorsi rieducativi. Altra cosa è farli partecipare “a eventi ludici, come spettacolo e feste private”.
Le immagini della festa pubblicate sui social, hanno sollevato nella giornata di ieri polemiche da parte dei familiari, in particolare quelle di Annamaria, la moglie di Francesco Della Corte, e della figlia. Franco Gabrielli, capo della Polizia, a chi gli ha riportato la rabbia dei familiari ha risposto: “Come dargli torto”.