Tre giorni dopo il voto, già in clima di post-Renzi, si guarda ancora a domenica scorsa. L’istituto Demopolis ha effettuato un’analisi del voto che ha messo in ginocchio il governo e ne ha pubblicato i risultati. Ecco cosa è emerso.
Le ragioni del No. La personalizzazione della campagna da parte del Premier pare aver dato conseguenze tangibili. Solo il 33% degli italiani infatti, ha detto di aver votato No per uno scarso apprezzamento della Riforma, mentre un abbondante 67% ha ammesso di averla bocciata con lo scopo di interrompere il governo Renzi.
Gli esiti per area geografica. L’Italia non si è mostrata omogenea. Il Sì ha “resistito” soprattutto al Nord, dove il 44% ha premiato la riforma, e al Centro (43%). Il Sì ha subìto invece una drastica sconfitta al Sud e nelle Isole, schiacciato dal 69% dei No. Di grande peso, ma non determinanti, sono risultati i voti dall’estero. Il 65% degli italiani nel mondo infatti avrebbe promosso la riforma, solo il 35% l’avrebbe bocciata.
Analisi del voto per fasce d’età. I giovani hanno bocciato Renzi. Ben il 70% di chi ha votato No infatti, appartiene alla fascia degli Under 35. Il 61% di loro ha tra i 35 e i 64 anni, mentre il restante 48% è over 65.
Le scelte degli ultimi 15 giorni. Da un’analisi svolta il 18 novembre tra coloro che hanno tardato a prendere posizione, è emerso che, su 100 elettori indecisi, soltanto 19 hanno optato per il Sì, 48 hanno scelto all’ulltimo di schierarsi per il No, mentre una parte consistente di loro, 38, si è astenuto dal voto.
Analisi del voto in base alla collocazione politica. Il PD è risultato diviso, ma non in maniera allarmante: il 75% degli elettori del Partito è rimasto fedele a Renzi, mentre il 25% si è mostrato contrario alla sua Riforma. Sul fronte delle opposizioni, l’area che maggiormente si è battuta per il No è quella del Movimento 5Stelle, con l’86% dei No e solo il 14% dei Sì. Seguono gli elettori della Lega con una proporzione 81%-19%, e quelli di Forza Italia, tra cui il 74% ha detto No, il 16% Sì. Nelle ultime due settimane inoltre, nella partecipazione al voto degli elettori del M5S e di Forza Italia, è stata registrata una crescita importante.
Guardando ad una prospettiva futura, il C.d.S. ha analizzato l’esito del Referendum nei capoluoghi italiani che andranno al voto nel 2017. I flussi di voto hanno delineato un quadro inaspettato. Delle 25 città italiane alle urne la prossima primavera infatti, in ben 21 di esse ha prevalso il No. Il dato interessante è che su 16 Comuni al momento retti da giunte di centrosinistra, tra cui Belluno, Lucca e La Spezia, 13 hanno votato No. Tutti i 6 Comuni di centrodestra, come Trapani e Lecce hanno mostrato un No deciso. Tra le città governate da alleanze trasversali invece, Parma, guidata da Federico Pizzarotti fuori dal M5S dallo scorso ottobre, ha votato Sì. In vista delle prossime amministrative dunque, l’esito del 4 dicembre sembra aver avuto influenza. I consensi in gioco sono stati rimescolati.