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“Per un pungo di dollari” chiude Cannes 2014 in versione restaurata

di Corinna Spirito19 Maggio 2014
19 Maggio 2014

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Che l’Oscar a “La grande bellezza” abbia riacceso i riflettori sul cinema italiano? Questa è la domanda che molti si pongono ormai da marzo e oggi sembra proprio averne la conferma. Sì, perché la sessantasettesima edizione del Festival di Cannes si sta rivelando tutta all’insegna della celebrazione della nostra cinematografia, vecchia e nuova.

Si parte dal poster ufficiale di quest’anno: il volto scelto per il 2014 è il nostro Marcello Mastroianni, ripreso in una delle sue interpretazioni più note, quella di Guido, in “8 e mezzo” di Federico Fellini. E si passa ai dodici minuti di applausi che ieri hanno seguito la proiezione dell’unica pellicola italiana in concorso, “Le Meraviglie”, diretto da Alice Rorhwacher e interpretato dalla sorella maggiore Alba e da Monica Bellucci. È quindi una scelta coerente quella di chiudere in tema la kermesse, riproponendo un grande classico del nostro cinema, “Per un pugno di dollari”.

Una decisione particolare e significativa, non soltanto perché è capitato di rado che si preferisse un film restaurato a una novità in anteprima (l’ultima volta risale a 11 anni fa, nel 2003, con “Tempi Moderni” del maestro Chaplin) come ultima proiezione, ma anche e soprattutto perché, con questa mossa, si riscatta un genere considerato di “serie B” per fin troppo tempo. Il cosiddetto “Spaghetti Western” nasceva esattamente cinquant’anni fa con “Per un pugno di dollari”, il primo film della “trilogia del dollaro” (che comprende anche “Per qualche dollaro in più” e “Il buono, il brutto, il cattivo”), e dava il via a quel successo straordinario che portò la notorietà al padre del genere, il nostro Sergio Leone, e al suo attore feticcio, il californiano Clint Eastwood. Eppure, nonostante il favore del pubblico, il western all’italiana è stato snobbato per decenni dalla critica e dai festival, che prediligevano un cinema più ricercato.

Oggi, però, “Per un pugno di dollari” si prende la sua rivincita. “È l’occasione per mostrare un film che non ha avuto l’onore di Cannes perché considerato appartenente a una ‘specie impura’ del cinema”: ha dichiarato il delegato generale della kermesse francese, Thierry Fremaux. Il merito, non è un mistero, va sicuramente anche a uno dei cineasti più amati dei nostri tempi, Quentin Tarantino, che si è formato con lo spaghetti western e l’ha sempre omaggiato nei suoi lavori, in particolare e più esplicitamente con il suo ultimo film, “Django Unchained”. Sarà proprio lui, la sera di sabato 24 maggio, a presentare la versione restaurata (digitale in alta definizione) di “Per un pugno di dollari”, realizzata da Unidis Jolly Film con la partecipazione di Hollywood Foreign Press Association e The Film Foundation di Martin Scorsese. E chissà che, sulla Costa Azzurra, le musiche di Ennio Morricone, il ghigno di Clint Eastwood e i panorami mozzafiato dei deserti statunitensi non assumano un sapore ancora più dolce.

Corinna Spirito

 

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