L’Italia è il paese delle diseguaglianze, dei pochi ricchi e dei tanti poveri. È questa la percezione degli italiani che emerge da una ricerca dell’Istituto Demopolis. L’analisi è stata promossa da Oxfam, organizzazione non governativa che ha raccolto oltre 300mila firme in una campagna contro i paradisi fiscali. L’indagine ha riguardato un campione stratificato di 3.000 persone dal nord al sud, fra uomini, donne, anziani e giovani. Sono solo sensazioni dei cittadini, ma dati Istat recenti confermano: dal 1990 al 2010 la sperequazione tra ricchi e poveri è cresciuta ad un ritmo unico a livello europeo. Quando si parla di disuguaglianza, l’Italia è, ad oggi, al secondo posto in Europa, sotto solo al Regno Unito.
Secondo il 61% degli italiani, negli ultimi cinque anni le disparità sono cresciute, e solo il 5% ritiene che siano diminuite. Effettivamente secondo i dati Oxfam, l’1% più abbiente possiede circa un quarto della ricchezza nazionale netta. Ciò porta ovviamente ad un generale malcontento e divide gli italiani. A livello internazionale la situazione non è migliore: il direttore generale di Oxfam Italia Roberto Barbieri ha rivelato che “62 paperoni possiedono la stessa ricchezza della metà più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone”. Gli intervistati ritengono poi che i campi in cui le disparità si manifestano in modo più consistente siano soprattutto il reddito, la concentrazione dei patrimoni e le opportunità di accesso al mondo del lavoro.
Più di sei italiani su dieci riscontrano la causa principale delle sperequazioni nell’evasione e nell’elusione fiscale. A seguire, le relazioni politiche e clientelari e le decisioni di carattere economico e fiscale della classe dirigente. Quest’ultimo dato evidenzia la richiesta ben precisa da parte dei cittadini di adottare politiche efficienti per ridurre le ineguaglianze. L’Istituto Demopolis ha poi chiesto al campione preso in esame quanto incida l’evasione fiscale in termini di risorse sottratte al bilancio dello Stato per l’erogazione dei servizi pubblici. Anche in questo caso, la risposta è quasi all’unisono: l’83% degli italiani ritiene che l’elusione fiscale pesi moltissimo.
Parere impopolare quello dell’11% dei cittadini che si dice soddisfatto del sistema fiscale italiano, contro l’82% che lo ritiene, invece, non equo. “La classe politica – ha affermato Roberto Barbieri – non può più permettersi di ritardare l’adozione di rimedi ambiziosi in materia di giustizia fiscale, contrastando gli abusi che, in Italia e a livello internazionale, alimentano la grande disuguaglianza dei nostri tempi”.
L’ultimo dato funge, infine, da promemoria per il neo governo Gentiloni. Otto italiani su dieci, infatti, pensano che la priorità assoluta del Paese in questo momento sia l’attuazione di politiche che vadano a ridurre le diseguaglianze sia economiche che sociali.
Il direttore generale di Oxfam auspica la definizione di una blacklist europea di paradisi fiscali verso i quali adottare misure preventive di difesa. Nel mese di novembre questi dati sono stati sottoposti dall’Istituto Demopolis alla Camera dei Deputati. Il grido degli italiani è forte e chiaro, non lascia spazio ad interpretazioni. Adesso resta da vedere se la classe dirigente recepirà il messaggio o farà orecchie da mercante.