Sono passati vent’anni dal più lungo assedio della storia moderna. Per ricordare l’evento e comprenderlo con maggiore consapevolezza è stato organizzato un evento che si svolgerà domani alle ore 17 presso l’Istituto Superiore Antincendi di Roma dove sarà presentato il libro di Matteo Bastianelli “The Bosnian Identity” le cui fotografie sono in mostra nello stesso spazio assieme a quelle dal titolo “Sarajevo non amour” di Gigi Riva.
Breve storia dell’assedio. L’evento è stato il più lungo assedio della storia moderna cominciato il 5 aprile del 1992 e concluso il29 febbraio 1996. Lo scontro fu tra le forze del governo bosniaco che aveva dichiarato l’indipendenza dalla Jugoslavia , contro l’Armata Popolare Jugoslava che voleva distruggere lo stato della Bosnia ed Erzegovina e creare la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina.
Le stime sono agghiaccianti: più di 12.000 vittime, 50.000 feriti di cui l’85% civili. A causa delle numerose vittime e della migrazione forzata, la popolazione si ridusse a 334.664 unità, ossia il 64% della popolazione prima che cominciasse l’assedio.
Nei mesi antecedenti alla guerra, le truppe jugoslave si dislocarono sulle colline che circondano la città. Nell’aprile del 92, il governo bosniaco intimò di ritirare le truppe, ma Milosevic ritirò solo i soldati che non erano di nazionalità bosniaca, cioè un esigua minoranza. Il 2 maggio del 1992 la città fu completamente isolata dalle truppe serbo-bosniache. Furono bloccate tutte le strade che conducevano all’acqua, così come i rifornimenti di viveri e medicine. Tagliate anche elettricità e riscaldamento. Nonnostante l’inferiorità numerica, le truppe di Milosevic erano armate meglio. Tentarono di assaltare la città, ma con esito negativo. Allora cominciarono a cannoneggiare Sarajevo da almeno duecento bunker situati nelle montagne.
Un dramma umano. Tra la seconda metà del 1992 e la prima metà del 1993 l’assedio raggiunse l’apice della violenza. Oltre ai cannoni ci furono molti bombardamenti e i cecchini erano disposti ovunque. Secondo i rapporti i bombardamenti furono 329, solo il22 luglio 1993 furono sganciate 3.3777 bombe. Tantissime case incendiate,la Biblioteca Nazionale, finì in fiamme, tutti testi andarono persi per sempre. La popolazione fu decimata.
Dopo l’intervento NATO, che colpì obbiettivi strategici e intavolò una serie di interminabili negoziati, ci fu la tanto auspicata fine dell’assedio.
Per non dimenticare l’assedio di Sarajevo
05 Ottobre 201246