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HomeEconomia Pensioni, arriva lo stop di Bankitalia:
“Non fare passi indietro, serve stabilità”

Pensioni, stop di Bankitalia
"Non fare passi indietro
ma preservare la stabilità"

Dubbi di Via Nazionale sulla manovra:

"Rischi in futuro da coperture e Iva"

di Simone Alliva07 Novembre 2017
07 Novembre 2017

Entra nel vivo il confronto tra governo e sindacati sull’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Dopo il primo round svoltosi ieri, si torna oggi a discutere della possibilità di esentare dall’automatismo previsto dalla riforma Fornero – che dal 2019 porterà a 67 anni l’accesso alla pensione – i lavoratori che svolgono mansioni ‘usuranti’. Dopo Confindustria e Istat anche da Bankitalia giunge una richiesta di stop a possibili revisioni della legge attuale. Il quadro macroeconomico è condivisibile, l’economia migliora, ma l’Italia non può permettersi passi indietro sulle riforme, a cominciare da quella sulle pensioni. Questa in sintesi la valutazione che la Banca d’Italia dà della manovra economica, nel corso di un’audizione parlamentare affidata al vice direttore generale Luigi Federico Signorini: “Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione. È importante non fare passi indietro”. Signorini ha poi concluso affermando che “L’economia italiana continua a migliorare”.

Resta centrale dunque il tema dell’abbassamento dell’età pensionabile qualora la speranza di vita risulti in calo. Al momento la legge considera solo il meccanismo inverso, ovvero il calcolo al rialzo. L’Istat però soltanto nei primi 6 mesi di quest’anno ha certificato oltre 28mila decessi in più rispetto al 2016. Restano fuori dalla discussione invece, almeno per il momento, altri temi caldi della ‘fase due’ del confronto, tra cui le future pensioni dei giovani, la disparità di genere e il rilancio della previdenza complementare. Ma i round tecnici sulle pensioni si susseguiranno fino al 13 novembre, data dell’incontro più strettamente politico. Un lavoro impegnativo per il quale i sindacati sono pronti “ad andare ad oltranza”. E, in assenza di risposte tecniche esaustive, a chiedere lo “slittamento” del decreto direttoriale con cui aumentare a 67 anni dal 2019 l’età pensionabile oltre il 31 dicembre prossimo, data in cui il governo dovrebbe emanare il decreto.

Per Signorini la manovra presenta due rischi: il primo è sulle coperture, perché è rischioso basare una quota rilevante delle coperture della manovra sulle misure di lotta all’evasione. “È ragionevole, sulla base dell’esperienza – ha affermato il vice direttore generale – attendersi effetti positivi dalle misure di contrasto all’evasione. Tuttavia la stima di tali effetti resta per forza di cose incerta. Basare una quota significativa delle coperture su tali introiti, come avviene per gli anni successivi al 2018, comporta un elemento di rischio; esso andrà tenuto presente nel monitorare nel corso del tempo l’evoluzione effettiva dei conti”. Il secondo è sulla sterilizzazione dell’Iva: “Come in passato si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia, ma di farlo solo per 1 anno. Esse riducono di fatto l’orizzonte di programmazione della politica di bilancio. Idealmente l’adozione, al loro posto, di provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l’incertezza tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme di tassazione”. Per la Banca d’Italia, infatti, “la prevedibilità è importante per imprese, cittadini, mercati”.

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