Riprende il dialogo tra governo e sindacati sulle pensioni. Previsto per oggi l’incontro tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e i rappresentanti delle principali sigle. L’esecutivo propone un allargamento di Opzione donna da affiancare ai parametri della legge Fornero e all’Ape sociale. Le parti sociali chiedono invece maggiori fondi, una revisione della legge Fornero e un allargamento della categoria dei lavori gravosi.
Il tema più delicato sarà quello relativo al nuovo meccanismo di sostituzione di Quota 100. Per il governo, la strada potrebbe essere quella di “Opzione tutti”, una generalizzazione di “Opzione donna”, prorogata al 31 dicembre. Si tratta del pensionamento per le lavoratrici di 58 (dipendenti) o 59 anni (autonome) con 35 anni di contributi. “Opzione tutti” consisterebbe nel pensionamento anticipato in cambio di un assegno calcolato con metodo contributivo e che potrebbe scattare da un’età minima di 62-63 anni.
Questo andrebbe a unirsi al sistema Fornero, valido dal 2022, ovvero 67 anni per l’uscita di vecchiaia, 42 anni e 10 mesi per uscita anticipata. Valida per un anno sarà anche Quota 102 (64 anni e 38 di contributi). Infine, l’Ape sociale per i lavoratori più fragili. Un pacchetto da 633 milioni per il 2022, quasi 2 miliardi per il triennio 2022-2024.
Una cifra che Cgil Cisl e Uil giudicano insufficiente. All’incontro a Palazzo Chigi delle 16:30, le tre sigle chiederanno maggiori fondi in manovra e una estensione delle categorie che hanno accesso all’Ape sociale. Si parla, infatti, di 9.000 “apisti” in più, oltre ai 1.700 già aggiunti dal governo, a cui destinare altri 60 milioni di euro. I sindacati richiederanno anche di scendere dai 36 anni di contributi a 30.
Difficile prevedere se l’incontro avrà successo, anche se ci si aspetta un’intesa maggiore rispetto alla riunione dello scorso 26 ottobre, che aveva aperto una frattura tra governo e sindacati.