Le pensioni col ricalcolo contributivo sono al centro del tavolo di oggi tra il governo e i sindacati, il primo dopo lo sciopero generale di giovedì che ha visto Cgil e Uil in piazza ma non la Cisl. Le tre sigle si ricompattano per superare le rigidità della legge Fornero.
“L’incontro con il governo sul sistema previdenziale è un segnale importante – ha spiegato Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ad Unomattina -. Apprezziamo la disponibilità del presidente Mario Draghi. Dobbiamo cambiare la legge Fornero in direzione di flessibilità, maggiore equità e una più marcata sostenibilità”.
La Cgil oggi si presenterà al tavolo convocato nel primo pomeriggio, dal premier Mario Draghi, con le nuove simulazioni sulla previdenza con il sistema contributivo. Il calcolo prevede una perdita netta tra il 20 e il 35% dell’assegno che si traduce in un range cha va dai 20 ai 130mila euro in meno dal pensionamento agli 82 anni, attuale traguardo della vita media.
Il prossimo anno si andrà in pensione con Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi), successivamente si seguiranno le regole della legge Fornero, ovvero 67 anni o 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Draghi aveva proposto una maggiore flessibilità in uscita, con quella che viene chiamata “Opzione Tutti”, che prevede l’uscita anticipata dal lavoro prendendo quanto versato, un contributivo in piena regola che però penalizza, e molto, i lavoratori che sono nel sistema misto. Il meccanismo è quello di Opzione Donna, dove le lavoratrici sono andate in pensione a 58- 59 anni con un terzo in meno dell’assegno.
I sindacati, inoltre, vorrebbero ridiscutere anche l’Ape sociale, che è stata allargata ma appena per 1.700 lavoratori, e includere anche chi ha iniziato a lavorare prima della maggiore età e ha visto questi anni di lavoro esclusi dal conteggio.