Si avvicina la data di nascita della città metropolitana di Roma e all’interno del Pd lo scontro si fa sempre più acceso. I nodi del contendere sono due: i nomi dei candidati che andranno a comporre la lista per il neo-eletto consiglio e la personalità che occuperà la poltrona di vicesindaco del nuovo ente territoriale. Il dibattito all’interno del Pd segue dunque queste due direttrici. E se alcuni motivi di incomprensione sono stati risolti, altri sono ben lungi dall’essere sciolti. La componente romana e quella provinciale del partito hanno trovato un accordo sull’ordine di inserimento dei nomi in lista. Dopo una lunga discussione, ha prevalso la linea del segretario regionale Fabio Melilli: figureranno prima le donne e poi gli uomini, in rigoroso ordine alfabetico. È stata quindi svuotata di significato politico la posizione del capolista che non sarà per forza il candidato vicesindaco.
Ma il sindaco Marino si trova alle prese proprio con il rebus vicesindaco: è quella la poltrona più ambita dato che, considerati i tanti impegni del primo cittadino di Roma, spetterà al vicesindaco coordinare buona parte delle attività del nuovo ente territoriale. Le auto-candidature non mancano. Nelle ultime ore si è proposto Gianni Paris, presidente della commissione Roma Capitale, che, senza troppi giri di parole, ha dichiarato a RomaToday: «Si tratta di un ruolo di una straordinaria complessità e io credo che Marino voglia indicare per quella poltrona una persona di cui si fida pienamente. Serve una persona in grado di dedicarsi a questo incarico a tempo pieno e io non credo che un qualsiasi sindaco, anche di un piccolo comune, possa sostenere un carico di questo genere. Se mi verrà proposto io accetterò pur sapendo che si tratta di un ruolo molto impegnativo e, ricordo, a costo zero». I nuovi consiglieri, 24 in tutto, non percepiranno infatti alcuna retribuzione. La palla è nelle mani di Ignazio Marino che deve fare i conti anche con il Sel. Il vicepresidente della regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, appartenente al Sel, si è rivolto direttamente al sindaco di Roma: «Per l’incarico di vicesindaco, spero che sia una donna e di Sel. Noi mettiamo a disposizione l’esperienza di Gemma Azuni».
In casa Pd c’è da risolvere anche la grana relativa alle nomine per il consiglio. Nei giorni scorsi l’intesa sembrava vicina con la cancellazione di Francesca Marelli e Annamaria Perinelli, due nomi cari al segretario della provincia Rocco Maugliani. Ieri il colpo di scena: Maurelli e Perinelli di nuovo in lista a scapito di Alessia Biocco e Chiara Cacciotti che figuravano nella rosa dei candidati approvata venerdì dalla direzione regionale del partito.
I termini per la presentazione delle liste scadono oggi mentre l’elezione si terrà il 5 ottobre. Tra la fine di settembre e i primi di ottobre si voterà anche a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria e Venezia. L’istituzione della città metropolitana è il risultato di un dibattito iniziato nel 1990 quando venne varata una legge sulla riorganizzazione degli enti locali che ne prevedeva l’introduzione. L’attuale configurazione è frutto di un disegno di legge che porta il nome di Graziano Delrio, attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri. Il ddl prevede la possibilità di un allargamento delle città metropolitane nelle regioni a statuto speciale per le quali vigono diversi criteri di selezione. Per questo motivo anche Cagliari, Catania, Messina e Palermo potrebbero avvalersi dei benefici derivanti dal nuovo assetto territoriale.
Valerio Dardanelli