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Pd, scontro D’Alema-Renzi: “Va in Jet privato, non in camper”. “Ma solo per motivi di tempo”.

di Gianluca Natoli10 Ottobre 2012
10 Ottobre 2012

Come nelle migliori sfide sportive, è il caso di dirlo, che vinca il migliore. Anche se, in perfetto stile americano, i politici italiani sembrano essere disposti ad  utilizzare  mezzi “estremi” o non proprio ortodossi per screditare propri avversari (talvolta del proprio stesso partito). Su questa direzione la cavalcata verso le primarie del Pd, segnata ormai da ripetute avanzate e battute d’arresto, vede inasprirsi il confronto tra il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. E sullo scontro entra a gamba tesa Massimo D’Alema.

Dal Camper al Jet Privato. Dalle colonne della Stampa l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema lancia accuse pesanti contro Renzi, responsabile a suo dire non solo di reperire fondi dagli Stati Uniti,ma anche di girare con il jet privato per l’Italia salendo sul camper solo all’ultimo minuto. “La settimana scorsa Renzi è andato a Sulmona. Sapete come? Jet privato da Ciampino, poi una Mercedes…- ha dichiarato D’Alema -. In camper c’è salito alle porte di Sulmona: ma quando è arrivato in piazza, tutti ad applaudire il giovane ribelle che altro che auto blu, lui viaggia in camper”. Pronta la risposta di Renzi che intervenendo in un videoforum su Repubblica.it ha sì amesso di aver usato il jet, ma “per andare al funerale di Piero Luigi Vigna che è un pezzo di storia di Firenze”. Motivazioni quindi eccezionali dettate dal tempo: “Non avevo altra possibilità che fare 40 minuti di volo, ma il jet me lo sono pagato di tasca mia. In camper io ci vado per incontrare la gente“.

I sondaggi. Matteo Renzi sabato scorso non ha partecipato al meeting del Pd tenutosi all’Hotel Ergife di Roma. La motivazione ufficiale, e reale, l’impegno nella campagna elettorale in camper tra Taranto e Lecce. Un caso o una precisa strategia? Difficile dirlo. Ciò che però appare certa è l’opinione della maggioranza degli elettori del partito che, in una percentuale pari al 75%, ha trovato sbagliata la mossa di Renzi di estraniarsi da una conferenza riguardante anche lui. A rivelare il malcontento dei fedelissimi del Pd è stato lunedì scorso un sondaggio realizzato dall’IPR Marketing per il Tg3. E i dati non si fermano qui. Le preferenze per il segretario del Pd salgono al 40%, mentre quelle di Renzi calano vertiginosamente al 31% (3 punti in meno in una sola settimana). Staccato di diversi punti c’è infine Vendola al 21%.

I partiti in pole. Seguendo sempre la scia dei sondaggi effettuati dall’IPR Marketing per il Tg3, il Partito democratico resta con ampio scarto il favorito principale per la vittoria finale delle politiche nazionali con il 28% dei consensi. Alle sue spalle si insinua il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo (16,5%), mentre il Pdl chiude la terna del podio al 14,5%. Fuori dai sondaggi, ma forse non ancora dalla scena politica, l’ipotesi di un Monti-bis che come un’ombra spaventa e pressa le forze politiche in lizza.

Gianluca Natoli

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