“Non andatevene. Venite. Le porte sono aperte. Voglio evitare qualsiasi scissione”. Intervistato dal Corriere della Sera, Matteo Renzi lancia un messaggio all’unità del Partito Democratico. Per l’ex presidente del Consiglio il congresso va fatto: “Se la minoranza mi dice: congresso o scissione, io dico congresso. Se poi loro dicono comunque scissione, il dubbio è che sia un pretesto per rompere. Vogliono una fase programmatica durante il congresso? Ci stiamo” prosegue Renzi. Sui tempi, il segretario Pd sottolinea che non è lui a decidere: “C’è uno statuto con delle regole”. Quanto al voto, “non sarò io a decidere”, spiega ancora Renzi, che poi attacca l’ex premier Massimo D’Alema: “Il suo obiettivo è distruggere il leader della sua parte quando lui non è il capo”.
Contro la scissione si schiera anche Dario Franceschini, che a Repubblica dichiara: “Se ci capiterà questa disgrazia della scissione, cosa scriveranno tra 10 anni gli storici? E’ successo perché alcuni volevano fare il congresso a settembre ed altri ad aprile? Sarebbe incomprensibile”. La proposta di mediazione del ministro per i Beni Culturali è chiara: allungare fino a maggio i tempi del congresso (primarie previste il 7) per poi avviare la campagna elettorale per le amministrative e trasformare a metà percorso la convention, ovvero la presentazione dei candidati, in un appuntamento per discutere anche la linea del partito.
Tra i Dem però le tensioni restano alte, come dimostra un fuorionda di Graziano Delrio che durante un forum sul trasporto pubblico di Roma avrebbe detto: “Matteo non ha fatto nemmeno una telefonata per evitare la rottura”, parole poi smentite dal ministro dei Trasporti che ha evidenziato come “la minoranza ora non ha più alibi”. L’opposizione al segretario Pd è guidata in questa fase dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano, per il quale “Renzi dà importanza a se stesso e al suo punto di vista. E’ napoleonico, va incontro inevitabilmente a delle Waterloo, nel senso che cerca vittorie e rivincite a tutti i costi”. Secondo il governatore “perfino il governo verrebbe sacrificato sull’altare della leadership renziana”.