È la Capitale la città più ha sostenuto il Partito Democratico. Da Roma arriva infatti la più alta percentuale dei voti al partito di Matteo Renzi: 43%, un punto sopra la media nazionale.
Eppure durante la campagna elettorale non ci si aspettava un punteggio così alto: la folla che aveva riempito Piazza San Giovanni durante il comizio di Beppe Grillo faceva sfigurare ancor di più la deludente affluenza che il presidente del Consiglio era riuscito ad ottenere in piazza del Popolo il giorno precedente. Eppure i risultati parlano chiaro: è il Pd il primo partito di Roma e il M5S segue a ben 20 punti di distanza, con una percentuale che sfiora il 25% dei voti. Seguono Forza Italia con il 13,45%, L’altra Europa con Tsipras al 6,16%, Fratelli d’Italia con il 5,32%, Nuovo centrodestra-Udc al 3,67%, Lega Nord con l’1,42%, Verdi allo 0,87%, Scelta europea con lo 0,56%, Italia dei valori allo 0,38% e infine Io cambio con lo 0,10%.
Anche le preferenze dei candidati sono specchio di questi risultati. La capolista del Pd, Simona Bonafè, è infatti la più votata della Capitale con 46.634 schede (mentre in Italia, con 257.125 voti, è la seconda dopo Raffaele Fitto di Forza Italia); ma tra i primi ci sono anche altri renziani: David Sassoli (nella foto), Enrico Gasbarra, Goffredo Bettini, Nicola Danti, Silvia Costa e Roberto Gualtieri.
Per quanto riguarda l’affluenza ai seggi, Roma condivide i numeri nazionali: hanno votato il 51,93% degli aventi diritto, una percentuale inferiore alla tornata del 2009 in cui si registrò il 56,63%.
Molti, però, i disagi nella Capitale: dagli elettori rimandati a casa perché un errore informatico li ha iscritti nella sezione sbagliata o perché il loro Comune ufficialmente non esiste, alle file chilometriche dei distratti che si sono accorti solo all’ultimo minuto di aver finito i 18 spazi sulla tessera elettorale e di dovere andare in circoscrizione per richiederne una nuova.
Corinna Spirito