“Battere Renzi? Se non pensassi di farcela, non mi sarei candidato”. Così ha detto il ministro della giustizia, Andrea Orlando, a Palermo per l’inaugurazione del Circolo “Musica e Cultura 100 passi. Il terzo candidato come segretario del Pd, dopo Renzi ed Emiliano, ha poi aggiunto: «Ho la capacita di tenere insieme il partito. Non farò risse perché, se si fanno, sfasciano una costruzione delicata, fatta di culture politiche che si sono incontrate dieci anni fa e che non possiamo permetterci che si dividano».
Commentando la “politica prepotente”, Orlando ha ammesso: «È quella che cerca di delegittimare l’avversario, facendolo zittire, anziché dire ciò che si vuol fare. È stata anche, a tratti, la posizione di Renzi, che si è adeguato ai tempi. Ma noi dobbiamo differenziarci, se diventiamo troppo simili agli altri, allora è meglio l’originale della copia. Non dobbiamo mai usare parole di un nazionalista o di un populista – ha concluso – perché oggi la destra non guarda ai conservatori inglesi, guarda a Putin». Intanto, i renziani non mollano e in vista della direzione, che oggi voterà su timing e regole del congresso, insistono in commissione Congresso per fare le primarie il 9 aprile.
Una data non condivisa da Michele Emiliano e Andrea Orlando, che chiedendo più tempo per rendere il Pd “contendibile” rispetto a Matteo Renzi. I renziani, che insieme alle altre correnti di maggioranza hanno numeri schiaccianti, sostengono che la data migliore sia il 9 aprile per avere un leader pienamente legittimato in tempo per le amministrative di giugno, visto che il simbolo del partito deve essere concesso dal segretario entro la prima settimana di maggio. I due rappresentanti di Emiliano e Orlando in commissione chiedono, a quanto si apprende, più tempo. La sfida alla leadership, però, vedrà concorrere anche un quarto partecipante: la coordinatrice torinese dei Moderati, Carlotta Salerno.